Nell’anno 2014 il Comune di Monteroduni licenziava illegittimamente la sua dipendente Sig.ra Michela Foglietta, nostra iscritta, invalida per causa di servizio.
La dipendente, sempre assistita dal nostro Sindacato, che non l’ha mai lasciata sola, impugnava detto licenziamento presso il Tribunale di Isernia il quale, con Ordinanza del 02.07.2014 – RG n. 751/2013-, dichiarava l’illegittimità della risoluzione del rapporto di lavoro e per l’effetto condannava il Comune di Monteroduni al:
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pagamento in favore della dipendente Foglietta dell’indennità sostitutiva della reintegra pari a 15 (quindici) mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita dalla stessa, oltre al pagamento di una indennità risarcitoria pari a 10 (dieci) mensilità dell’ultima retribuzione di fatto;
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pagamento delle spese di lite, con distrazione in favore dell’avv. Carlo Izzi, che si liquidano in Euro 1.800,00 oltre al 15% per spese generali, più IVA e CPA;
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pagamento delle spese della CTU (Consulenza Tecnica di Ufficio), già liquidate con separato decreto del 29.05.2014.
Il Comune di Monteroduni, non contento, proponeva appello, ma ecco che il Tribunale di Isernia, con Sentenza n. 2/2015 del 20.01.2015, rigettava l’appello e confermava l’Ordinanza.
Il Comune di Monteroduni, più scontento di prima, proponeva ancora appello, ma la Corte di Appello di Campobasso, con Sentenza n. 339/2015, confermava l’illegittimità del licenziamento.
Anche quest’ultima sentenza veniva impugnata, ma anche in questo caso, la Corte di Cassazione, con Sentenza n. 8475/17 del 01.02.2017 ha definitivamente chiuso la questione dichiarando il licenziamento operato dal Comune di Monteroduni a carico della sua dipendente, malata per causa di servizio, illegittimo ed ha quindi confermato le sentenze dei precedenti gradi di giudizio.
Il Sindacato CSA e la povera dipendente sono soddisfatti per l’esito della vicenda giudiziaria, ma nel contempo sono fortemente amareggiati perché non condividono e non comprendono l’accanimento del Comune di Monteroduni contro una dipendente, che, come detto, è rimasta invalida per causa di servizio e ciò nonostante si è dovuta difendere nelle aule giudiziarie in ben 4 (quattro) gradi di giudizio.
Un grazie particolare va allo Studio Legale Carlo Izzi che ha assistito la povera malcapitata.
Il Coordinatore del Sindacato CSA/FIADEL
(Feliciantonio Di Schiavi)