Durante il consiglio comunale monotematico di ieri, riguardante le problematiche dell’emergenza migranti, fra i numerosi interventi c’è stato quello della consigliera di maggioranza Vittoria Succi (Insieme per il Molise).
Quello dei migranti è un argomento di grande rilevanza sociale – ha esordito Succi –. La seduta di oggi ci porterà a dover prendere una decisione che riguarda la vita di molte persone. Gli Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) sono una rete di centri di “seconda accoglienza” destinati ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale. In un primo momento lo Sprar ci è stato descritto come una delle soluzioni al problema dell’immigrazione massiccia che stiamo subendo; e poteva esserlo davvero se qualcuno avesse detto solamente: «per il Comune di Isernia c’è una quota bloccata di migranti, oltre la quale non si va»; invece poi hanno aggiunto: «però in caso di emergenza bisogna garantire altre collocazioni». Questo significa che la quota calcolata in base agli abitanti verrebbe sforata. Per arrivare a quale numero?
Purtroppo l’emergenza migranti c’è stata, c’è e ci sarà ancora – ha continuato la consigliera –. Giungeranno sulle coste italiane sempre più barconi stracolmi. Alla luce di tutto ciò, la differenza tra il vivere l’emergenza adesso e il vivere l’emergenza aderendo alla rete Sprar sta solo nel passaggio di competenze dai Prefetti ai Comuni. Il Molise ospita una percentuale alta di immigrati, considerando la popolazione e l’estensione territoriale rispetto alle altre regioni. Io mi sono soffermata ad osservare la realtà della nostra città. Isernia ospita circa 160 migranti. Sembrano molti di più perché tanti vengono quotidianamente dai paesi vicini. I centri che li ricoverano fanno lucro e non attuano una ospitalità dignitosa. Si nota che tra la nostra gente c’è una insofferenza latente.
Giorni fa – ha aggiunto Succi – c’è stata raccontata una bella storia: un paese della provincia di Isernia ha ospitato con il programma Sprar 18 minori non accompagnati. È un bell’esempio di accoglienza, ma una realtà così piccola non può essere presa ad esempio da un capoluogo di provincia, che ha problemi sociali di gran lunga superiori.
Per la mia storia personale posso affermare che l’incontro di culture diverse è un crescere e un arricchirsi, ma tutto deve essere vissuto in un clima di non imposizione, così come ‘velatamente’ viene posta l’adesione agli Sprar. Il mio voto di oggi nasce dall’essere amministratrice che ha ascoltato il pensiero delle persone incontrate e che ha osservato la realtà sociale di Isernia. Una realtà in cui i problemi economici e lavorativi non permettono una coesistenza serena e produttiva volta all’integrazione. Alla luce di ciò – ha concluso la consigliera di Insieme per il Molise – e dei troppi aspetti non chiari della proposta, dei troppi punti interrogativi a cui, per il momento, nessuno può dare una risposta, ritengo sia giusto non aderire agli Sprar.
Oggi, la consigliera Succi ha voluto aggiungere: Su questi problemi di natura sociale non si deve rivendicare la vittoria dell’una o dell’altra parte politica. La decisione è stata presa senza bandiere di partito, unicamente per il bene della cittadinanza. Inoltre, alle voci fuori dal coro che si sono udite in consiglio comunale, rispondo che è troppo facile parlare quando ai tanti problemi della nostra regione sono loro i primi a non trovare soluzioni e adesso vogliono far credere che l’adesione o meno del Comune di Isernia al progetto Sprar possa fare la differenza su un problema gestito male dall’inizio.