di Pietro Tonti

Lotito, nelle vesti del mitico Antonio Albanese, in visita nel Molise, per evitare di promettere “pilu per tutti” ha promesso la rivalutazione del Campobasso calcio in una serie superiore, in cambio di un sostanziale voto di fiducia.

Lo straniero in terra di conquista, il Molise è abituato a giacere e soggiacere alle volontà romane, ed anche in questo caso Lotito, mentore del rilancio politico istituzional calcistico, ha alzato la posta nel mercanteggio elettorale, promettendo impegno, impegno, impegno e ancora: bla, bla, bla impegno e un Campobasso calcio in una serie superiore.

Forse qualcuno avrebbe dovuto informarlo che il collegio è unico tra Campobasso e Isernia, prima di sparare promesse calcistiche, in quanto il cittadino di Venafro, di Isernia, oppure di Bojano o di Termoli e Larino, con i restanti 130 comuni, escludendo il capoluogo di regione, non se ne fregano una beata mazzancolla se il Campobasso calcio milita in promozione o in serie B.

Sono ben altri i problemi dei molisani a cui i politici di oltre confine designati al parlamento, dovrebbero almeno informarsi per non rischiare di cadere dalle nubi.  Le ospitate elettorali andrebbero precedute da una presa di coscienza delle esigenze di una regione, evitando promesse da cabaret.

La colpa naturalmente non è di Claudio Lotito, piazzato dai vertici romani per una candidatura in questa regione di nomadi emigranti, ma dei responsabili della comunicazione elettorale. La prossima volta informate il vostro assistito che qui si perdono 3.500 persone ogni anno e tra poco gli stadi saranno ottimi tappeti verdi, utili per il pascolo.

Dite al Presidente della Lazio che giungere in Molise e percorrerla in lungo e in largo, è un’impresa da Apollo 11; potrebbe essere più semplice atterrare sul nostro satellite e non avventurarsi sulla tratta ferroviaria Campobasso/Termoli.

In una regione dove sta diventando letale anche una puntura di zanzara, per la sanità che non riesce a garantire più i livelli essenziali di assistenza, lor signori hanno il dovere di informare il candidato di riferimento di quello che manca, come  il progetto di un’avio superficie che qui risulta più complicato di quello della realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.

Potremmo ancora portare decine di problematiche che attendono soluzioni da anni e sono passate attraverso altrettante promesse elettorali, ma l’esito è sempre il solito, sotto i nostri occhi: speculazioni di pochi colletti bianchi, fuga e stenti per il resto dei molisani. Chi saprà invertire questa tendenza, prima dell’oblio definitivo di questa terra è bene accetto!