Come faranno le imprese molisane a rispettare le scadenze fiscali di giugno, dopo due anni di pandemia e la crisi energetica che ha acuito la disperazione di imprese e famiglie?
Sono 141 le scadenze mappate dall’agenzia delle Entrate, vanno infatti aggiunte quelle per i tributi locali (primo fra tutti il versamento Imu del 13 giugno) e una delle ultime eredità delle misure introdotte per la pandemia.
Il 30 giugno scade uno degli adempimenti che stanno maggiormente preoccupando gli addetti ai lavori: l’autocertificazione degli aiuti Covid. Otto pagine in cui mappare e districarsi tra fondi perduti, crediti d’imposta ed esoneri messi a disposizione per consentire di superare le difficoltà collegate alla crisi economica 2020-2021. Il tutto verificando il rispetto dei limiti del Temporary framework dell’Unione europea.
I richiesti rinvii a livello parlamentare sono stati rispediti al mittente e si rischia che i commercialisti non riescano a produrre le documentazioni nei tempi richiesti. Ritornando ai guai di casa nostra. I fiscalisti hanno preparato il salasso per i nostri artigiani commercianti e imprese. Cartelle esose improponibili per le casse esigue della stragrande maggioranza degli operatori economici, ma la situazione più grave è quella delle piccole partite iva nei comuni molisani.
Tanti hanno già chiuso i battenti alla fine del primo anno di pandemia, quelli che sono sopravvissuti pensando di fare anche debiti per poi risanarli nel post covid, hanno fatto male i loro conti. Bollette energetiche e scorte aumentate a dismisura hanno inferto il colpo di grazia e non vi sono santi in paradiso che possano permettere un ritorno a quel minimo reddito capace di sostenere l’attività e il loro lavoro.
La mannaia del fisco inarrestabile, è arrivata, per chi conta ancora di resistere, non resta altro da fare che aggiungere debito a debito cercando di dilazionare le cartelle esattoriali, aggiungendole alle pregresse, per tanti altri, la chiusura in default e un futuro che non lascia scampo.
O si fugge da questa regione in cerca di fortuna o si soccombe. Eppure si è sempre parlato di servizio delle piccole imprese alla popolazione soprattutto anziana presente ancora massicciamente nelle piccole realtà comunali, ma nessuno ha mai fatto accettare al governo l’idea che questa regione ha bisogno di defiscalizzazione o zone ampie di esenzione totale dalle tasse, per permettere la sopravvivenza del piccolo commercio e dell’artigianato.
Con questa ulteriore mannaia del fisco 2022, si contribuirà in maniera irreversibile allo spopolamento dei piccoli comuni senza i servizi economici essenziali, come l’alimentare e il bar, ogni velleitaria proposta di sostegno economico ai comuni per invertire la rotta dell’esodo, naufragherà irreversibilmente. Se non si offre un reale stop alle tasse, non vi sarà futuro per questa regione, stretta tra la morsa della mancanza di lavoro e l’impossibilità di gestire una attività economica.