Il Molise appare sempre più isolato e smembrato, l’istituzione regionale resta su una piattaforma di ghiaccio al centro di un lago, si sfalda lentamente, mentre tutto intorno il ghiaccio si è sciolto ed è già sprofondato. Questo è quello che sta accadendo, mentre si approvano bilancio e Defr, la perdita dell’autonomia regionale è un dato di fatto e in maniera progressiva e silente è iniziato da tempo il processo di ricongiungimento all’Abruzzo.
Oramai in ogni sigla, dai sindacati ai principali enti, fino al comando Carabinieri, spicca Abruzzo/Molise. In tanti vorremmo che il Molise fosse e continuasse a restare autonomo, magari con una gestione regionale più oculata, senza alcun dubbio, ma non vorremmo perdere l’autonomia.
Invece il carico da 90 arriva proprio da chi dovrebbe tutelare la nostra regione e la rappresentatività parlamentare, proprio perché eletto dai molisani. Parrebbe che si stia adottando a livello parlamentare l’ennesima sottrazione di indipendenza al Molise. Le prossime elezioni politiche potrebbero vedere la fine della rappresentanza parlamentare diretta regionale molisana, presumibilmente, ancora una volta saremmo accorpati all’Abruzzo.
La modifica del primo comma all’art. 57 della Costituzione, va nella direzione dell’assegnazione dei seggi a Palazzo Madama non più su base regionale. Il Senato della Repubblica potrebbe essere eletto già dal 2023 su base circoscrizionale. Il rischio è grande e a votare questa modifica (udite, udite) anche il deputato pentastellato molisano Antonio Federico. Ispirandosi forse al proverbiale: “muoia Sansone con tutti i filistei”, sapendo che nel 2023 sarà decurtata profondamente la rappresentanza parlamentare, 230 deputati e 115 senatori in meno. L’On. Federico forse pensando di non essere rieletto, si è tolto lo sfizio di accelerare la fine dell’autonomia regionale?
Questo non lo sappiamo, ma il rischio di accorpamento all’Abruzzo o addirittura alla Campania per una circoscrizione è reale. La riforma è in atto e senza grandi clamori, come è avvenuto con la perdita delle autonomie di enti importanti ecco che anche la rappresentanza parlamentare molisana potrà confluire negli interessi macroscopici di un’altra regione e non avrà più senso l’istituzione regionale del Molise.
Se oggi i nostri parlamentari contano poco e negli ultimi 4 anni si è registrato solo un silenzio assordante, sui principali problemi del Molise da parte degli unici rappresentanti grillini, figuriamoci in un contesto circoscrizionale, quale potrebbe rivelarsi la tutela degli interessi dei molisani. Al peggio non vi è limite e questa riforma potrebbe rivelarsi il colpo di grazia alle speranze di una rinascita di questa regione che amiamo e vorremmo tutelare in piena autonomia.