Si celebrerà oggi la Giornata nazionale del Paesaggio istituita, con Decreto ministeriale 7 ottobre 2016 n. 457, con l’obiettivo di “promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati.

 

La Costituzione all’articolo 9 recita:

  • “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
  • Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione.
  • Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

 

La qualità del paesaggio e della vita delle comunità locali, capaci di testimoniare le potenzialità del Patrimonio culturale del nostro Paese attraverso la creazione di economie sostenibili e la diffusione e la divulgazione di valori etici e culturali è di fondamentale importanza; il tema è ripreso dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile elaborata dall’ONU in risposta al rapido degrado degli ecosistemi tra cui le componenti geologiche e l’allarmante perdita della biodiversità che minaccia la vita sulla Terra.

 

La Convenzione Europea del Paesaggio (19 luglio 2000)  è il primo trattato internazionale esclusivamente dedicato al paesaggio europeo nel suo insieme che tutela non solo i paesaggi eccezionali, ma soprattutto quelli quotidiani. All’articolo 1  recita:

  • Il “Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
  • La gestione dei paesaggi” comprende le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici e ambientali;

 

I termini fattori naturali includono la componente geologica/geomorfologica, parte integrante quindi del Paesaggio, in cui la biodiversità è in stretta correlazione con la geodiversisità ed anzi la preordina e in cui i fattori naturali  diventano il substrato con cui le componenti antropiche interagiscono dato vita alle trasformazioni socioeconomiche e culturali di un territorio.

Riferimenti alla necessità di tutelare le componenti geologiche sono presenti già nella Dichiarazione Internazionale dei diritti della memoria della Terra – Digne  del 1991, al punto 7:

Siamo sempre stati consapevoli della necessità di preservare le nostre memorie e il nostro patrimonio culturale. Ora è giunto il momento di proteggere il nostro patrimonio naturale. Il passato della Terra non è meno importante di quello dell’uomo. È giunto il momento per noi di imparare a proteggere, per poter apprendere il passato della Terra, questa memoria che è stata scritta principalmente prima del nostro avvento e che rappresenta un nuovo patrimonio: il patrimonio geologico”.

 

Il primo passo verso la definizione e la delimitazione di unità di paesaggio poggia sull’analisi delle caratteristiche e delle dinamiche geologiche e geomorfologiche di un’area che va inquadrata all’interno del contesto geologico regionale. Il sollevamento di una catena montuosa, dovuto alla collisione tra due placche, l’intrusione di corpi magmatici in una copertura sedimentaria precedente, sono alcuni esempi di come l’impronta geologica scolpisca, nel corso di milioni d’anni, paesaggi ben noti.

I fenomeni geologici predispongono tuttavia delle condizioni sulle quali agiscono poi i processi geomorfologici. Questi ultimi, sono determinanti sul paesaggio in quanto sono responsabili del modellamento della superficie terrestre. Frane, moto ondoso, divagazioni fluviali, carsismo, sono ancora esempi che illustrano come i processi geomorfologici influiscano nella costituzione di tipici paesaggi.

I processi geologici e geomorfologici vanno inoltre a modellare elementi di pregio scientifico e ambientale, i cosiddetti geositi. Questi beni naturali non rinnovabili, oltre a fornire un contributo indispensabile alla comprensione scientifica della geologia di una regione, rappresentano elementi di eccezionale importanza per gli aspetti didattici e ricreativi, legati al paesaggio.

Lo studio del paesaggio non può quindi prescindere dall’analisi della geologia e della geomorfologia del territorio e deve trovar dialogo con l’analisi degli aspetti storico-insediativi e della percezione sociale del paesaggio stesso.

Anche il suolo che garantisce la sopravvivenza degli ecosistemi e da cui dipende l’alimentazione per l’uomo (Gol 15 dell’Agenda 2030)   è il risultato dei processi fisici e chimici interessanti le rocce. E quando opportunamente parliamo di suolo in termini di mero consumo, richiamandoci alle molte forme di impoverimento determinate dalla nostre attività, non sempre mettiamo al centro dell’attenzione la stessa natura del suolo, nei suoi diversi aspetti ambientali, ecologici, estetici e sociali.

Dobbiamo, perciò, avere l’intelligenza e la lungimiranza di spostare l’attenzione sul paesaggio inteso come elemento unitario sintesi di reciproche relazioni tra le componenti naturali e antropiche, archivio della storia della Terra e della umanità  Il geologo, pertanto, per le sue competenze scientifiche e professionali è una figura imprescindibile nella lettura  del paesaggio, per la comprensione  della sua evoluzione passata e futura.