di Pietro Tonti

La labilità dell’essere, quella visione del futuro promessa nell’agenda europea 20/30 della riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera per ridurre il riscaldamento globale.

Pensare che fino a ieri aveva senso discutere e dibattere della preservazione del  pianeta e dalla sera alla mattina, si ritorna agli albori, al carbone come risorsa energetica. Lo ha detto Draghi: “pronti al riutilizzo del carbone in Italia”, ma come riattivare queste centrali e dove attingere il carbone è un mistero.  Annullando ogni velleità di convenzione internazionale pregressa, ogni agenda diventa obsoleta. Siamo in guerra, come se non bastasse dopo due anni di pandemia. Un’Italia che dipende energeticamente dalla Russia di Putin per il 40% del gas, non può fare altro che leccarsi le ferite di anni di politiche energetiche votate al suicidio ideologico tra ambientalisti e fautori del green a qualunque costo.

Ancora ci sono  in bella mostra, i cartelli  agli ingressi dei nostri comuni svuotati (comune denuclearizzato)  appaiono ora come un vanto effimero, senza comprendere che lo spopolamento, si è rivelato lo sversamento, ben più grave di una perdita di una centrale  nucleare nei nostri borghi.  Intanto oltre confine le centrali nucleari producono energia a basso costo da decenni e qualora ci fosse un incidente non saremmo certamente esenti da uno sterminio di massa stile Chernobil.

La caducità della vita, in questi due anni di pandemia, ci ha portato via amici e parenti, ma non vi è limite al peggio. Dai lock down alla terza guerra mondiale il passo potrebbe essere breve. Il conflitto Russo/Ucraino  ha cancellato in poche ore l’Europa delle buone intenzioni, dei propositi pacifisti, facendo emergere la vera natura umana, quella più bellicosa, quella dello sterminio con le armi.

Oggi l’Ucraina sotto attacco, domani potremmo ritrovarci una bomba atomica esplodere in casa nostra. Ogni eventualità in un conflitto non è da escludere e questa guerra è alle porte di casa nostra a circa 2.000 km. in linea d’aria.

Non sarebbe una scelta saggia, quella della neutralità bellica dell’Italia, mutuando dalla Svizzera?

Già dimenticavamo la Nato e il totale asservimento ai guerrafondai Stati Uniti, che hanno più basi da noi che nel resto del mondo, con circa 70  bombe atomiche nel sottosuolo della nostra bella Italia da distruggere il pianeta decine di volte, ma viva l’Italia denuclearizzata dei pacifisti e dell’energia verde.

Prepariamoci allora a subire ritorsioni, sperando che siano solo di carattere energetico.

Con questi improvvisati signori della guerra del governo italiano, chiamati a decidere e ad avallare le sanzioni contro la Russia che potrebbero degenerare in una escalation inimmaginabile e in un attimo ritrovarci al medioevo.