di Alfonso Mainelli
Questa è proprio bella: la Capogruppo PD nel Consiglio Regionale del Molise il 23 e 24 p.v. porterà in processione elettorale, fra gli altri, il vice segretario del partito e il sottosegretario PD al MISE. E cosa verranno a fare? Loro pensano di partecipare ad una sorta di esibizione del genio locale piddino che dovrebbe svelare al popolo italiano e, specialmente, molisano uno strumento concreto, la proposta di legge regionale “Misure di sostegno e incentivi alle imprese che attivano il lavoro agile o smart working della Regione Molise”.
A parte l’improbabile italiano, subito dopo la Capogruppo piddina ci informa che sarà proprio lei, in qualità di responsabile nazionale PD per i Piccoli Comuni e capogruppo in Regione Molise a promuovere lo “strumento concreto” con “l’ambizione di renderla una proposta nazionale”.
Poi la capogruppo prosegue, in stile dannunziano, a promuoversi quale ideatrice della rivoluzione strutturale dell’economia molisana e italiana dicendoci che “Per una volta il Molise laboratorio positivo di best practices, grazie ad uno strumento, quello delle Agorà democratiche che, nell’intento della segreteria nazionale PD, vuole proporsi come uno dei più grandi esperimenti di democrazia partecipativa mai realizzata nel nostro paese, attraverso l’ascolto, la condivisione e il dialogo”.
Ora, vorrei proprio vedere la faccia del vice ministro e del vice segretario nazionale del PD nel momento in cui scopriranno che nel Molise sono venuti a fare una figura da tre soldi perché lo strumento poderoso di finanziare le imprese che promuoveranno lavoro agile o smart working è già previsto nella deliberazione di Giunta Regionale nr. 104 del 23.03.2020.
E’ vero che il PD, senza scorno, governa con le destre questa nazione, ma a nessun politico fa piacere di essere scoperto a vantare come proprio il lavoro fatto da un’altra forza politica. Dalle nostre parti, dopo l’art. 15 e i disastri subìti dalla nostra Regione anche durante la gestione PD, segretaria l’attuale capogruppo alla Regione, non ci meravigliamo più di niente.
Ma, per dare anche un accenno di merito, consigliamo alla capogruppo PD in regione Molise di leggere i rapporti e gli aggiornamenti congiunturali sulla economia del Molise, pubblicati dalla Banca d’Italia, peraltro gratuitamente, prima di affrontare argomenti complessi come quello dello smart working e della sua transizione da metodo pensato per l’emergenza ad elemento ordinario di organizzazione di alcuni lavori.
Approfittiamo dell’occasione per chiedere alla sottosegretario al MISE, Anna Ascani, come hanno potuto, al tavolo ministeriale sul salvataggio della GAM, non capire che non stavano trattando con l’Amadori SpA bensì con un’autonoma microimpresa con un capitale di appena 50 mila euro mentre parlavano di un Contratto di Sviluppo da 47,5 milioni di euro circa.
La microimpresa privata, infatti, avrebbe dovuto tirar fuori di tasca propria 28,8 milioni di euro quale quota parte (60%) del Contratto di Sviluppo. Come hanno fatto a non capire queste cose? Vediamo se nell’ambito del “più grande esperimento di democrazia partecipativa mai realizzato nel nostro Paese attraverso l’ascolto, la condivisione e il dialogo”, uno straccio di risposta il MISE riesce a darcela.
Perchè in questa Regione non siamo tutti disponibili a battere le mani a comando, e qualche volta vorremmo parlare seriamente di cose serie, e avere risposte adeguate. Spero che qualche giornalista la ponga la domanda alla sottosegretario, e per questo ringraziamo anticipatamente, anche perchè a noi non è dato di poterci sedere e parlare di come questa Regione è stata annientata in modo ancora tutto da indagare. A prescindere dal più grande esperimento di democrazia.