Maltempo, la Cia agricoltori italiani del Molise: “Bene il riconoscimento dello stato di calamità, ma l’unica forma di ristoro sono le polizze assicurative per i danni”.
In questi ultimi anni, gli effetti dei cambiamenti climatici sono diventati sempre più frequenti e intensi. L’incidenza ravvicinata nel tempo di episodi definiti anomali per la stagione con una violenza spaventosa è una minaccia reale per la natura, cagionando ingenti danni all’agricoltura e agli imprenditori agricoli. Sono sempre meno sporadici gli eventi estremi come trombe d’aria, ondate anomale di calore, alluvioni e siccità. Lo scorso 24 agosto, in Basso Molise, la furia del maltempo ha distrutto decine di ettari coltivati a girasole e interi vigneti. La forte grandinata e il vento hanno danneggiato non solo le colture, ma hanno distrutto anche decine di serre e strutture fisse. La situazione in Basso Molise è un inferno, che purtroppo si ripete ormai periodicamente e per il quale bisogna immediatamente organizzarsi.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici
La Cia – agricoltori italiani del Molise non solo accoglie con piacere la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale che la regione Molise ha inteso presentare al Governo, ma suggerisce agli agricoltori di mettersi al riparo con strumenti diversi. “Lo stato di calamità naturale quando riconosciuto dallo Stato – spiega il direttore della Cia Molise, Donato Campolieti – non solo ha tempi lunghissimi, ma prevede solo degli sgravi fiscali e previdenziali per gli agricoltori che hanno subito danni. Per questo è necessario che gli agricoltori stipulino polizze assicurative tramite la misura 17 del PSRN presentando il PAI, (piano assicurativo individuale), che è un’opportunità– spiega ancora Campolieti – a protezione dell’agricoltore e del suo lavoro. Purtroppo – continua il direttore – i cambiamenti climatici ci impongono, seppur a malincuore, a rivedere da un punto di vista culturale i piani aziendali.
La necessità di dotarsi di sistemi assicurativi
Occorre cautelarsi con sistemi assicurativi da redigere ogni anno, entro il 30 giugno, dove il costo delle assicurazioni viene rimborsato al 70% da Agea. E’ una garanzia, perché se è vero che il riconoscimento dello stato di calamità naturale porta agevolazioni solo a carattere fiscale, come le detrazioni e gli sgravi, il costo di ripristino delle strutture divelte dal maltempo, il risarcimento del prodotto, i costi di produzione e il ripristino dello stato dei luoghi si ottiene solo con la sottoscrizione delle polizze assicurative. Ciò significa che qualora il maltempo abbia danneggiato le produzioni e le strutture fisse, la stipula di assicurazione, consente al sottoscrittore non solo il risarcimento parziale del costo della polizza tramite Agea, ma anche il rimborso per il mancato raccolto e il ripristino dello stato dei luoghi”.