Covid, il Molise in zona quasi bianca? Bene, ma non si commettano gli stessi errori della Sardegna
di Christian Ciarlante
Dal bianco al rosso nel giro di un mese. La Sardegna, con un “backflip” acrobatico, è tornata nell’inferno del Covid.
La libertà, conquistata a fatica, è stata gestita nel peggiore dei modi, alimentando un boom di contagi con conseguente impennata dell’indice Rt a 1,25. Una serie di comportamenti irresponsabili, durante il periodo di riapertura, quasi totale, ha fatto fallire miseramente il sogno dell’isola di rimanere stabilmente area Covid free.
Qualche giorno fa il presidente Toma, in virtù dei dati confortanti che riguardano il Molise: 56 casi ogni 100mila abitanti, come riportato in un grafico pubblicato dal “Sole 24 ore”, ha fatto intendere che potremmo ambire ad una sorta di quasi zona bianca. Toma, ha poi precisato: “Aspettiamo il monitoraggio di venerdì (16 aprile), se il trend positivo verrà confermato, chiederemo una deroga al Governo per poter tornare in zona gialla”.
La curva dei contagi, in Molise, sembra volgere verso il basso, ma questo non sta a significare che possiamo abbassare la guardia. Non è facile prendere decisioni che poi si riverberano su tutta la popolazione, ma non si puo’ neanche sottovalutare il malessere dei ristoratori, ambulanti, baristi e proprietari di palestre esasperati dal peggiorare inesorabile della loro condizione economica. I risparmi di una vita si stanno assottigliando e la mancanza di denaro genera, inevitabilmente forti proteste. C’è chi non riesce più a mettere insieme il pranzo con la cena, emblema di un disagio crescente che rischia di espandersi a macchia d’olio.
Sconforto, preoccupazione, frustrazione, sono all’ordine del giorno per quei piccoli imprenditori che non vedono una via d’uscita da questo incubo. Il blocco, di alcune tipologie di attività economiche, ha prodotto e sta producendo ulteriore crisi e recessione, provocando effetti a catena dagli esiti imprevedibili. Crescono non solo miseria e povertà ma anche i debiti contratti, da proprietari e gestori di attività commerciali che cercano, tra mille difficoltà, di andare avanti in attesa dell’agognata riapertura.
I ristori non bastano per tutti e sono insufficienti per sostenere chi è in gravissima sofferenza. Riaprire tutto in sicurezza, rispettando le regole e con le dovute accortezze, è di fondamentale importanza per salvare capra e cavoli. Ma questo non vuol dire godere di un “liberi tutti” che ci costerebbe molto caro in termini di contagi. Sicuramente i controlli dovranno essere più rigorosi e sarà necessario punire duramente chi non rispetta le regole mettendo a rischio la sicurezza di tutti.
Quanto accaduto in Sardegna serva da monito al Molise per non commettere gli stessi errori. L’auspico è che i vaccini siano, effettivamente, l’arma vincente per debellare il virus e ci consentano, finalmente, di seguire la strada intrapresa dall’Inghilterra che oggi, lunedì 12 aprile, riapre tutto assaporando una sorta di normalità apparente.