di Galileo Casimiro
Parliamo di condoni fiscali, aspettative e quel disorientamento che affligge i molisani in questo momento.
Dai proclami dei politici, alla realtà effettuale stravolta dal pressing dei partiti di sinistra, abbiamo registrato in questi giorni un decreto che più che favorire i contribuenti ha solo alleggerito il lavoro dell’agenzia delle entrate.
Quei crediti inesigibili di persone fisiche e aziende fino a 5.000 euro che vanno dal 2000 al 2010 andranno solo a smaltire il magazzino della riscossione, ma non giovano e non aiutano nessun contribuente, questo è certo.
Chi ha sempre pagato le tasse continuerà a pagarle e i tanti che si trovano in difficoltà con aziende in bilico tra incassi limitati e spese gestionali elevate, hanno chiuso o stanno attendendo gli spiccioli del decreto sostegno per togliersi qualche debituccio e poi chiudere irrimediabilmente, con quello che resta dei debiti di esercizio e bancari.
Non vi è sostegno che tenga, non siamo in Germania con la Merkel che ha distribuito sostegni reali fino al 100% delle perdite subite in un anno di covid e, certamente Draghi non è Gesù Cristo, in grado di tramutare l’acqua in vino. O in questo caso, mesi di mancati incassi in sollievo reale con denaro contante sufficiente alle imprese per ripartire.
Nulla di tutto questo, la desolazione del presente in questa regione che viveva già da un buon ventennio in una crisi commerciale lenta e costante, con quella pandemica, chiusure e riaperture a singhiozzo senza veri ristori, ha registrato il colpo di grazia.
Le serrande abbassate in tutte le città molisane si sono decuplicate, rispetto al 2019 ed è diventato desolante anche passeggiare su vie una volta animate e ora silenti e abbandonate a se stesse.
L’unica novità fiscale emergente è quella della riforma che nel giro di sessanta giorni dovrebbe essere approvata. Si parla di una sicura revisione dell’Irpef, togliendo molte agevolazioni esistenti e sgravi, altro che sostegni!
Bisogna agevolare la riscossione e i contribuenti attendono, magari novità, quelle custodite in misure economiche dell’Obiettivo Uno europeo, in vigore dal primo gennaio 2021 nel Molise, necessarie a poter sperare di fare ancora impresa per quello che rimarrà dopo il disastro in corso.
Solo un velato ottimismo con i corsi e ricorsi storici di Gian Battista Vico. Dopo ogni guerra vi è una ricostruzione, quella che è in corso è peggiore di una guerra, con un nemico subdolo e invisibile, ma ne usciremo necessariamente, fisco permettendo.