Prevenire il burn out

Burn out

 

D.ssa R.Francesca Capozza, Psicologa Psicoterapeuta e specialista in Psicologia della Salute

Il burnout sul lavoro è una sindrome molto comune, ma c’è una grande differenza tra un paio di brutte giornate in ufficio in cui ci si sente sovraccarichi, annoiati, poco apprezzati e un vero e proprio burnout che è una sensazione di esaurimento di energie fisiche e psichiche, anche lento e impercettibile. Chi vi è soggetto perde entusiasmo, energia, motivazione, odia il proprio lavoro, non sopporta i colleghi, sospetta del capo e l’idea di andare al lavoro lo terrorizza. Il burnout produce disperazione e mancanza di iniziativa,  può portare a isolamento e depressione , il danno è principalmente emotivo, può far sembrare la vita indegna di essere vissuta. Quando si è in burnout si perde la speranza che le cose migliorino. Se lo stress eccessivo è essere sommersi dalle responsabilità, il burnout è e essere completamente esauriti.

 

E’ necessario prendere coscienza del livello di stress e di sovraccarico che sta portando al burnout e mettere in atto azioni preventive o di fronteggiamento:

  • Imparare a rilassarsi mentre si sta lavorando;
  • Segmentare i progetti in obiettivi a breve termine;
  • Trovare persone affini con cui respirare un’atmosfera di solidarietà e leggerezza;
  • Continuare la formazione: acquisire nuove competenze può aprire opportunità di trasferimento o individuazione di posizioni più interessanti;
  • Proteggere la propria salute e il proprio aspetto rilassandosi anche fuori dal lavoro;
  • Prendere 4 piccole buone abitudini di gestione quotidiana:
  1. Liberare la scrivania da tutte le cose che non riguardano il lavoro che si sta facendo,
  2. Svolgere le attività in ordine di priorità,
  3. Quando si affronta un problema, risolverlo subito se si è in possesso degli elementi necessari,
  4. Imparare a organizzarsi, a delegare e a controllare;
  • Non sobbarcarsi più lavoro di quel che effettivamente si riesce a gestire;
  • Nella sfera personale, scegliere attività extralavorative che non sovraccarichino  ulteriormente, ma  che arricchiscano anziché finire di esaurire ;
  • Mettere entusiasmo nel lavoro;
  • Lavorare con orgoglio: consapevoli di come si contribuisca al successo di tutta l’organizzazione, al miglioramento dei rapporti con i clienti e al benessere della comunità;
  • Rallentare, eliminare la fretta;
  • Gestire adeguatamente il tempo;
  • Interessarsi alle persone, coltivando relazioni e costruendo una rete di amici fidati;
  • Affinchè la tecnologia sia un’alleata e non una nemica bisogna domarla, non rendendosi sempre reperibili e disconnettendosi da cellulari e portatili quando occorre concentrarsi su lavori, attività, rapporti interpersonali;
  • Non aspettare: quando si avvertono dei primi sintomi di burnout, non attendere che comincino a incidere sul proprio lavoro, ma provare a fare dei cambiamenti positivi in modo da recuperare energie, buonumore e produttività.

Se i fattori responsabili del burnout riguardano il tipo di ruolo e mansioni, occorre allora centrarsi sulla possibilità di cambiarli:  ad es. ufficio o reparto, sede, nuove attività, compiti, incarichi,  ridefinire responsabilità e aspettative, ecc.. Nei casi di maggior disagio può essere utile prendere una pausa assoluta dal lavoro (vacanza, periodo di aspettativa) utile a ricaricare le batterie, analizzare la situazione e individuare le strategie di gestione più utili da mettere in campo una volta rientrati al lavoro.