Nella mattinata odierna la Squadra Mobile della Questura di Campobasso ha
dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure coercitive disposta dal
G.I.P. del Tribunale di Campobasso, dott.ssa Roberta D’ONOFRIO. Due persone,
entrambe domiciliate a Campomarino (CB) sono state tratte in arresto e associate
in carcere. Una terza di Sant’Elia a Pianisi (CB) e stata sottoposta alia misura
cautelare degli arresti domiciliari.
II reato contestato a tutti i soggetti attinti da misura (e ad altri denunciati a piede
libero) e di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, in danno
di un imprenditore edile di Campobasso. Qualche giorno prima di Natale, i due
indagati oggi tradotti in carcere (pluripregiudicati) si sono presentati sotto
1’abitazione della vittima, pretendendo -secondo quanto emerso dalle indagini – la
corresponsione indebita di denaro. II pretesto di tale richiesta era quella di ottenere
in favore del “mandante”, di Sant’Elia a Pianisi, del denaro a fronte di asseriti
crediti che quest’ultimo avrebbe vantato; la richiesta iniziale di 7.000,00 euro e poi
lievitata fino ad euro 100.000,00.
L’imprenditore estorto, nonostante la prostrazione e la comprensibile
preoccupazione, per se e per la propria famiglia, ha trovato il coraggio di rivolgersi
alia Polizia e denunciare il fatto cosi consentendo alia Squadra Mobile, coordinata
da questa Procura, di ricostruire compiutamente la vicenda individuando le
singole responsabilità. Il G.I.P. ha condiviso 1’impianto accusatorio anche in
relazione alia sussistenza del “metodo mafioso”, cioè alle intimidazioni che
richiamano direttamente la metodologia utilizzata dai sodalizi criminali che
controllano interi territori, sia pure non, fino ad ora, quello molisano. Peraltro il
reato e stato commesso da soggetti non del tutto estranei a contest! camorristici i
quali hanno agito avvalendosi, per 1’appunto, di modalità tali da evocare la forza
intimidatrice dell’agire mafioso.

Si confermano con l’odierna operazione di polizia giudiziaria (denominata “Red
Zone”, evocando sia le zone rosse Covid di provenienza degli arrestati, che
l’obiettivo di tenere indenne un territorio, quale quello molisano, dalle possibili
infiltrazioni) le preoccupazioni per apparire di segnali riferiti a tentativi di
penetrazione del tessuto economico molisano da parte della criminalità
organizzata, vieppiù preoccupanti ove inseriti nel contesto della crisi pandemica
che rischia di rendere ancora più vulnerabili numerosi settori e comparti
economici.
Questa vicenda può essere presa ad esempio dei diversi modi di essere e di
sentirsi “cittadino” di questa Regione: da un parte si può essere un imprenditore
con la schiena dritta, che riceve minacce da pluripregiudicati, si preoccupa, ha
timore, ma non esita e fa Tunica cosa giusta, denuncia i fatti all’ Autorità; dall’altra
si può scegliere di essere un imprenditore die si avvale di pregiudicati, li utilizza e
si fa loro strumento per rivendicare crediti, peraltro inesigibili.
Se prevarranno i cittadini con la schiena dritta, questa Regione non avrà nulla
da temere dalla criminalità mafiosa; non la Procura, non le forze dell’ordine, ma
proprio costoro saranno quelli che impediranno alle organizzazioni mafiose di
radicarsi.
Se prevarranno i cittadini dell’ altro stampo, il destino potrà essere diverse. Gli
sforzi della Procura e delle forze dell’ ordine potrebbero non bastare; anche risultati
importati e successi investigativi potrebbero non riuscire ad impedire, alia
criminalità mafiosa, di divenire sempre più aggressiva con il rischio che i cittadini
liberi di questa terra si trasformino in sudditi. Naturalmente noi faremo di tutto
per evitarlo.
Dal confronto con le forze dell’ordine emerge la netta percezione che diverse
persone stiano chinando il capo di fronte alle pretese di soggetti di chiara caratura
criminale, che pagano per non subire aggressioni, che soffrono vedendosi sottrarre
l’ azienda, che si rivolgono a pregiudicati per risolvere un loro problema pensando,
poi, di poter mantenere le distanze. Persone che, in definitiva, si sentono sole ed in
pericolo.
Per chi si trova in queste condizioni un’unica strada e possibile: denunciare
questi abusi!
Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza vi aspettano per tutelarvi, per
ricevere le vostre denunce; alcuni dei loro uffici sono aperti ad ogni ora. Questo
Procuratore, con tutti i suoi colleghi, e presente ogni mattina in Procura per
ricevervi e dedicarvi attenzione. Siamo in Procura ad aspettarvi, per sentirvi, per
indirizzarvi. Noi tutti siamo pagati per questo.
Non occorre prendere appuntamento, non occorre farsi annunciare. E’
sufficiente raggiungere gli uffici dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della
Guardia di Finanza; e sufficiente raggiungere il palazzo di giustizia e chiedere di
parlare con il Procuratore. Fare questo passo e molto più semplice di quanto non
possa sembrare. Vi aspettiamo.
L/azione preventiva e repressiva richiede la discesa in campo di più attori volti
a impedire un radicarsi della criminalità organizzata sul territorio molisano. Ma
ancor più importante e la collaborazione dei cittadini, i quali non devono scendere
a compromessi con persone che, ancor chè possano non manifestare da subito il
vero volto criminale, sanno inizialmente sedurre e poi “fagocitare” le attività e
governare, col metodo mafioso, l’intero territorio. La denuncia dei cittadini onesti
e l’unica strada possibile.