di Pietro Tonti
Siamo al primo giorno di fermo da DPCM e le proteste e i dissapori contro le scelte del Governo Conte si percepiscono senza mezze misure sui social.
A decorrere da oggi 26 ottobre, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00″. Stop all’attività di palestre, piscine e sale giochi, teatri, cinema e casinò.
Possibilità per i comuni di chiudere le piazze della movida entro le ore 21:00. Si tratta di un pre lock down che colpisce al cuore attività che hanno speso in questo periodo ingenti capitali per adeguarsi alle norme anti covid.
Attività che oltre a subire perdite economiche nel primo periodo di chiusura dei 69 giorni tra marzo, aprile e maggio, hanno subito anche controlli serrati da parte delle forze dell’ordine e a stento avevano ripreso una parvenza di normalità con incassi molto al di sotto della soglia della sussistenza che permettesse loro di sopravvivere. Il grido dei titolari di palestre è emblematico ed esprime incredulità.
“Abbiamo cercato per anni di combattere contro il divanismo e la sedentarietà per garantire la salute ai cittadini e oggi per il Governo lo sport e le palestre sono considerate attività marginali, sacrificabili, nonostante il nostro impegno e le regole stringenti al limite del collasso che ci hanno imposto per riaprire in sicurezza”.
La chiusura della domenica dei ristoranti, bar, pub, gelaterie e pasticcerie, le aperture nei giorni feriali fino alle 18 del pomeriggio, vale a dire far chiudere tante attività che si erano salvate nel primo lock down, per loro non c’è scampo.
Assisteremo ad una mattanza di p.Iva anche nel Molise che si uniscono alle già tante chiuse e in via di chiusura dalla fine dell’anno. D’altro canto è inspiegabile, come afferma il Dott. Ulisse Di Giacomo, con una riflessione condivisibile: <<Possibile che il Governo non si sia reso conto che La scuola in Italia movimenta circa 9 milioni di persone al giorno, tra studenti e personale, oltre a tutti i servizi collegati primo tra tutti i trasporti. L’ incremento della curva del contagio è iniziato esattamente 15 giorni dopo la riapertura delle scuole. Non si comprende per quale motivo si continui a negare il collegamento tra le due cose e ci si intestardisca a distruggere l’economia chiudendo tutto il resto. I bambini fino alle elementari in presenza, e la didattica a distanza dalle medie all’ Università E smettiamola con l’universalità del sapere, il diritto costituzionale alla conoscenza e menate simili. In Australia, per motivi orografici, la didattica a distanza esiste da 50>>.
Con questo DPCM il Governo ha dichiarato la fine di oltre la metà delle attività puntate e definite marginali. Intanto le tensioni sociali crescono e rischiano di sfociare in sommosse popolari.