Si gettano le basi per la macroregione. I dati demografici sono molto eloquenti, stiamo perdendo come regione Molise popolazione di anno in anno. Tra qualche mese scenderemo al di sotto delle 300 mila unità. Ci appare anche lapalissiano sottolineare la mancanza di infrastrutture che ci relegano in una posizione di svantaggio rispetto alle altre realtà limitrofe. Una strada a quattro corsie Tirreno/ Adriatico, in un contesto macroregionale sarebbe sicuramente più facile da ottenere per interessi condivisi anche dalle regioni confinanti.
Il Consiglio regionale del Molise nella seduta di ieri ha approvato all’unanimità un ordine del giorno bipartisan, primo firmatario la capogruppo del Pd, Micaela Fanelli, proprio in merito all’esigenza di valutare l’opportunità di confluire in una ‘Macroregione. In questo contesto nella massima assise regionale si è dato Impegno al Presidente del Consiglio Regionale del Molise a commissionare uno studio preliminare e ad avviare attività di interlocuzione politica con i Presidenti dei Consigli Regionali delle altre Regioni, in particolare quelle confinanti, al fine di verificare l’ipotesi di collaborazioni rafforzate a norma dell’art. 117, comma 8 della Costituzione’.
In particolare l’atto di indirizzo trae spunto dal 50esimo anniversario delle prime elezioni regionali, rilevando che il dibattito sulla ridefinizione delle funzioni istituzionali e dei confini geografici delle regioni italiane torna periodicamente nella opinione pubblica, nei mass media e tra le forze politiche.
L’Assemblea legislativa in questo quadro istituzionale e storico impegna quindi il Presidente del Consiglio regionale a: chiedere all’Ufficio di Presidenza di individuare i migliori centri di ricerca per effettuare un’analisi degli effetti positivi e negativi (economici, sociali, di competitività territoriale, finanziari) sulla possibilità di realizzazione di entità regionali che accorpino più Regioni, muovendo dal punto di vista dell’interesse della Regione Molise; di avviare un’attività di interlocuzione politica con i Presidenti dei Consigli regionali delle altre Regioni, in particolare quelle confinanti, al fine di verificare l’ipotesi di collaborazioni rafforzate, di collaborare con la Commissione Parlamentare Bicamerale per le questioni regionali.