Cosa si poteva fare in 5 anni di amministrazione e cosa non si è fatto per dare lustro, rivitalizzare e indirizzare alla crescita una città oramai desolata in tutti gli aspetti?
di Pietro Tonti
Isernia meritava attenzioni diverse anche dall’amministrazione regionale. Fino ad oggi abbiamo assistito a improvvisate azioni, scomposte e deprecabili, nemmeno nel periodo Covid l’amministrazione comunale ha avuto la lungimiranza, con i fondi a disposizione per poter almeno portare la linea wi-fi gratuita in tutta la città. Si poteva in questo lustro puntare decisamente sull’università, riportarla in città, ponendo dei paletti sulla programmazione del futuro, quella economica di gestione dell’esistente che attraverso gli studenti universitari, avrebbe avuto un deciso incremento.
Si poteva chiedere la sede di almeno un assessorato regionale, sicuramente avrebbe fatto la differenza, unire Scienze Ambientali con sede a Pesche con la presenza della sede dell’assessorato all’Ambiente regionale ad Isernia, rimesso a nuovo palazzo Iadopi, sarebbe risultata una degna collocazione per tutta la regione.
Niente nemmeno in questo caso. L’inedia e infelici scelte di piccola opportunità, hanno proiettato questo capoluogo nello sconforto dei cittadini e delle attività che insistono in un territorio, il quale meriterebbe attenzioni e un progresso. L’incapacità di programmazione, di una visione globale di uno sviluppo è mancata e continua a mancare. Si brancola nell’ordinaria amministrazione con enormi difficoltà. Appaltucci di piccolo ordine come l’asfalto stradale a rappezzi, nonostante la capacità di indebitamento dell’amministrazione pentra, manifestata in sede di discussione di approvazione di bilancio, non vi è stata nessuna azione concreta per il rilancio della città.
Eppure tanto si era riposto su questa amministrazione che per la prima volta dopo diversi anni è riuscita a reggere per un’intera legislatura – almeno fino ad oggi – a circa 8 mesi dalle nuove elezioni. Un resoconto deludente, percepibile in ogni cittadino, ce ne fosse uno soddisfatto, se non legato a parentele con i rappresentanti di Giunta. Oramai registriamo una totale disfatta su tutti i fronti, dalla burocrazia che attanaglia gli uffici pubblici in città all’imprenditore, all’artigiano che non vede l’ora di chiudere e fuggire.
Anche quelle attività che magari si ha la percezione che possano fare ottimi affari, serbano progetti di vendita per investire altrove. Mentre il patrimonio edilizio è in continuo ribasso, Isernia muore sotto l’egida della mediocrità.