di Pietro Tonti
Il piano strategico del turismo voluto dall’assessore Vincenzo Cotugno è senza alcun dubbio uno strumento fondamentale per quell’incipit che nel futuro anteriore affiancherà i molisani verso il reddito derivante proprio dall’incoming turistico. Dovrebbe essere visto come un programma a medio e lunga scadenza che la regione non aveva e oggi possiede. Si parte da questo punto per iniziare a formare la cultura dell’ospitalità economica sostenibile, di cui i molisani non ignorano le potenzialità, ma non sono in grado di attivarsi per cambiare le loro abitudini lavorative.
Fino ad oggi pochi hanno creduto nel turismo e l’economia regionale si è sempre basata sul terziario avanzato, l’artigianato e il commercio locale senza sbocchi per oltre 80% , e di produzione per il restante 20% delle attività. Basti pensare che solo 500 attività superano i 15 dipendenti. Un piano strategico del Turismo era necessario e si potrà utilizzarlo quale strumento su cui offrire quella protezione e sostegno, indicazioni e realtà di confronto con le altre regioni e con il mondo per attivare ogni area comunicativa e a target indicizzato per catalizzare l’attenzione dei potenziali visitatori nel Molise.
La domanda che in tanti rivolgono ad oggi ai rappresentanti istituzionali è la seguente: sono pronti i molisani al turismo? La risposta è ancora no, ma il percorso seppur irto di ostacoli è stato tracciato. Bisogna stimolare il lavoro verso l’ospitalità, in modo che i giovani e i meno giovani possano convincersi delle potenzialità del turismo e diventare imprenditori in casa propria, senza pensare alla cosa più facile: non ho lavoro e quindi emigro.
Per invertire questa tendenza ci vogliono anni e possiamo affermare senza temi di smentita che nel passato nulla si è fatto di concreto se non parlarne in campagna elettorale, per poi lasciare tutto nell’oblio ed oggi, che un piano turistico regionale c’è non è il caso di criticare senza conoscenza della materia e del settore.
L’unico rischio che si deve correre per dimostrare ai molisani che sono seduti su una miniera d’oro e, non ne hanno avuto fino a ieri la percezione è la comunicazione. Infatti, l’eccessiva esposizione mediatica, rischia di trovare impreparate le località di principale attrazione turistica, le quali non sono organizzate per sostenere un turismo di massa; come è accaduto nel fine settimana a Castel San Vincenzo, dove anche i titolari di bar sono stati costretti ad improvvisarsi ristoratori con il tutto esaurito nei ristoranti e negli agriturismi esistenti.
Quindi, senza se e senza ma, La strada tracciata dall’Assessore Cotugno e dal Presidente Toma appare l’unica sostenibile e concreta da sempre sul turismo regionale: sfruttiamola!