di Pietro Tonti
La decisione del Presidente Toma di non tenere in considerazione i sei Consiglieri regionali firmatari di un documento che chiedevano l’esclusione per opportunità di nominare un quinto assessore esterno al consiglio regionale, è rimasta sullo stomaco dei proponenti, come un pasto indigesto, a cui nemmeno dosi elevate di Malox possono ridurre quel malessere che in questo caso si traduce in mancanza di fiducia del Presidente verso i suoi consiglieri.
Fiducia a questo punto minata reciprocamente. Parrebbe, da indiscrezioni che Toma avrebbe garantito verbalmente al Consigliere che gli aveva, di proprio pugno consegnato la missiva, una riflessione attenta e uno stop all’avvento del quinto assessore, per poi a distanza di poche ore fare l’esatto contrario.
Oggi per tutti i Consiglieri firmatari, compreso il Presidente Micone è un giorno di riflessione, quasi sabbatico in attesa di assumere drastiche posizioni. Si va presumibilmente verso la costituzione di un “Polo Civico”, a cui aderiranno sicuramente lo stesso Micone e il Consigliere Di Lucente, con la sottoscrizione probabile anche degli altri consiglieri firmatari la missiva consegnata nelle mani di Toma ieri l’altro, a cui vi era proprio la minaccia scritta nero su bianco, della costituzione di un Polo Civico, qualora il Presidente avesse disatteso le loro richieste e nominato un assessore esterno in Giunta.
Un documento che doveva restare occulto, solo nella disponibilità dei firmatari e del Presidente Toma e che invece qualcuno ha pensato di inoltrarlo agli organi di informazione, con una risultanza drammatica per l’immagine di un Consiglio regionale e del Presidente già fortemente messa in discussione sui social e nel gradimento generale dei molisani.
Conflitto oramai insanabile tra Toma e la sua maggioranza, reso inesorabilmente pubblico. Difficile poter comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi. C’è chi parla di stoppare l’attività amministrativa e tornare a nuove elezioni, rinunciando a tutto anche ai lauti compensi, ma difficile poter prevedere con esattezza le evoluzioni della politica.
Certamente Toma ha lacerato i rapporti e le normali regole dettate da una convivenza pacifica e dal dialogo democratico, come alcuni Consiglieri fanno intendere. Apparirebbe dispotico e dittatoriale nel modus operandi, quasi un Doctor Jekil and Mister Hide, ma non è il Toma descritto, quello che conosciamo, normalmente disponibile e colloquiale, sicuramente ha le sue ragioni di logica e di opportunità, forse cozzano con chi vede la politica sempre con la stessa ottica. Sarà antesignano di regole nuove che noi ignoriamo, o semplicemente non se ne frega della politica, ed è disponibile anche a tornare ad insegnare e al suo lavoro di commercialista senza alcun problema, come spesso ha dichiarato.
I bookmakers già scommettono sulla tenuta della maggioranza e se il mandato elettorale si stopperà drasticamente prima della scadenza naturale.