Il P.C.L. Molise, già presente alla manifestazione del 17 febbraio indetta dal Forum Sanità del Molise presso la sala della provincia di Isernia, chiede l’immediato annullamento del procedimento disciplinare ASREM al dott. Pastore, “reo” solo di aver espresso il suo legittimo pensiero in difesa del diritto universalistico alla salute, che la politica capitalistica, anche nel Molise, da anni sta demolendo, con tagli ingiusti e privatizzazioni.
Per una sanità pubblica riqualificata e potenziata, dove non solo i ricchi, ma anche i lavoratori e meno abbienti abbiano accesso alle cure di qualità, dove al centro v’è la persona, non i calcoli basati sulla legge del profitto di pochi. Esprimere questo pensiero da parte di un operatore della ASREM sarebbe un illecito disciplinare ?
Sanzioniamo chi vuol demolire il diritto alla salute, non chi lo difende !
Né può essere accettata la “tesi” fuorviante diffusa dalla dirigenza ASREM “dell’atto dovuto in base al “codice disciplinare nazionale” . Nulla di più falso, e vediamo perché.
Il regolamento nazionale, non che ci piaccia; ma pur con l’ambiguità di non specificare meglio cosa si intenda per “dichiarazione offensiva”, comunque si limita all’art.12 comma 2 “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.
Ma se è vero che la libertà di critica finisce dove inizia la diffamazione, è evidente che per “offensiva” deve intendersi non ogni libera critica, ma solo il gratuito turpiloquio diffamatorio; altrimenti ritorniamo al fascismo, cioè al divieto della libertà di critica contro il potere.
Dunque: se l’ASREM si fosse limitata a riprodurre tale norma nazionale, nulla di nuovo sotto il sole, poiché “la dichiarazione pubblica offensiva” non può che essere la “diffamazione”. Orbene, il dott. Pastore non ha diffamato nessuno. Dunque dove l’offesa all’azienda ?
Ma è qui che spunta il demonio: come estendere la censura ad ogni critica, ancorché legittima e non diffamatoria, svolta da un dipendente ASREM contro la politica sanitaria antisociale della Giunta Frattura ?
Così all’uopo il Direttore Generale dell’ASREM, nel traslare tale norma nazionale ci ha aggiunto “del suo”, vale a dire i commi 2-3-4 dell’art.13,ove di fatto si annienta ogni benché minima libertà di espressione e di associazione che vada in senso critico verso la politica sanitariadel dipendente ASREM, peraltro con indebita invasione anche della sua sfera privata (vita associativa, relazioni nel social ecc.).
Proponiamo perciò l’intervento del Consiglio regionale nell’esercizio dei suoi poteri di indirizzo, onde disporre al D.G. l’immediata abrogazione di tali commi 2-3-4 articolo 13 del regolamento ASREM, che violano lo stesso art.21 e 18 della Costituzione (libertà di espressione e di associazione, già di fatto una chimera nella finta democrazia del capitalismo).
Insomma tale atto della ASREM riproduce sul punto i vecchi codici fascisti, sicché l’ufficio disciplinare che processerà di dott. Pastore apparirà alla stregua del vecchio tribunale speciale di Mussolini, accomunato ad esso dall’intento di processare e reprimere le libere e legittime opinioni che mettono in discussione lo stato di cose esistenti.
Del resto è il disegno bonapartista renziano, per ora intaccato con la vittoria del NO al referendum, e di cui la Giunta Frattura è degna emulatrice in salsa molisana: l’uomo solo al comando che reprime con norme liberticide la lotta sociale contro i disegni dei comitati esecutivi della borghesia che vogliono saccheggiare la sanità pubblica molisana, sulla pelle dei pazienti, per fare della salute una merce su cui arricchirsi. In nome dell’unica legge che conta per il capitale, quella del profitto.
Lì, 18/02/2017 IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente