di Pietro Tonti
Inizia un’altra settimana di clausura per i molisani, i quali si vedono prigionieri in casa in attesa che tutto possa tornare alla normalità, mentre gli esperti non offrono conforto a questa speranza, in quanto anche se tra 15 giorni, un mese o un anno si dovesse decidere di ridurre le restrizioni della quarantena, permettendo alla gente di uscire liberamente dalle proprie abitazioni e riaprire tutte le attività economiche, si dovranno rispettare delle prescrizioni che limiterebbero necessariamente i rapporti sociali, distanziando le persone con mascherine adeguate e guanti.
In sintesi non cambierebbe nulla, tranne il fatto – come è accaduto in Cina – dopo 90 giorni dallo scoppio della pandemia, si è dovuti ricorrere a nuova quarantena per altri importanti focolai di contagio.
Bisogna abituarsi a convivere con il virus questo è certo, prendendo tutte le precauzioni necessarie per evitare di essere infettati, ma gli arresti domiciliari forzati stanno portando ad una aumento delle problematiche di carattere psicologico e psichiatrico da non sottovalutare, come attacchi di panico e ansia, fino alla depressione, patologie che che colpiscono giovani ed anziani.
Infatti c’è stato in questo periodo, un aumento delle vendite di ansiolitici. Oltre al virus bisogna tenere quindi in grande considerazione che impedire il contagio con la quarantena in casa, porta ad estreme conseguenze per la privazione della libertà individuale e nei soggetti predisposti, può manifestarsi in patologie psicologiche e psichiatriche da curare, con una ulteriore incidenza sul sistema sanitario nazionale non quantificabile.
Naturalmente, tutti siamo consapevoli del momento di estrema difficoltà e dobbiamo restare in casa, ma l’angoscia pervade ogni individuo, senza una data che stabilisca il rientro alla semi normalità la mente va in tilt.
L’unico conforto sono i dati, i quali se confermati anche oggi a livello nazionale, parrebbero orientarsi verso una curva discendente del contagio a livello generale, mentre ogni regione fa i conti con la propria realtà, come il Molise che da uno stato di tranquillità nelle scorse settimane, quando il contenimento da quarantena pareva reggere, nella settimana scorsa invece si è avuto un incremento esponenziale di contagi, quasi tutti provenienti da ambiente sanitario e questo è grave. Quando dovrebbe essere la sanità, la prima a proteggere e tutelare dal contagio i cittadini, è il personale sanitario a propagare il virus.
Mentre questi conti non tornano, il tempo è tiranno e lo sarà fino a quando non uscirà una cura adeguata o un vaccino in grado di relegare il Covid – 19 a ruolo di influenza, fino ad allora e, non sappiamo quando accadrà, dobbiamo essere consapevoli che meno rapporti sociali avremo anche dopo la fine della quarantena e meno possibilità ci saranno di essere contagiati. Per il resto è sofferenza e speranza.