Negli ultimi 20 anni in tutta Italia i cittadini, soprattutto i residenti nelle regioni meridionali, in particolare in Molise, hanno visto con preoccupazione diminuire le tutele e il diritto alle cure ed alla salute, sanciti dalla Costituzione (articolo 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”).
Si calcola che in 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi della sanità pubblica. Un taglio che si traduce inevitabilmente in un grave calo nei livelli di assistenza (viene stimata una perdita di oltre 70.000 posti letto negli ultimi 10 anni, con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali riconvertiti o abbandonati.)
Non a caso i dati OCSE (aggiornati al luglio 2019) dimostrano che l’Italia si attesta sotto la media, sia per la spesa sanitaria totale, sia per quella pubblica, precedendo solo i paesi dell’Europa orientale oltre a Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%, rispetto a una media OCSE del 37%. Con il risultato (che oggi preoccupa ancora di più) che siamo arrivati in Italia a 3,2 posti letto per mille abitanti, mentre la Francia ne ha 6 e la Germania 8.
In Molise non solo sono stati chiusi ospedali, reparti e presidi sanitari, non solo sono diminuiti medici e personale paramedico, non solo sono aumentati i ticket, costringendo numerosi cittadini a rinunziare alle cure mediche, ma tutta la Sanità è divenuta una sorta di voragine che assorbe risorse con scarsa ricaduta sull’efficacia dei servizi che eroga o dovrebbe erogare. Da alcuni anni ormai tutta la Sanità è commissariata, senza che i vari commissari siano riusciti a restituire efficacia e dignità al Sistema Sanitario molisano.
In Molise, sempre sulla questione che tiene con il fiato sospeso l’umanità, si rincorrono le sollecitazioni, specie nell’area costiera dove il Pronto Soccorso di TERMOLI è chiuso da diversi giorni e non c’è un’altra struttura ospedaliera in un’area in cui vivono 100 mila persone. L’Appello, civile e responsabile, per mettere in sicurezza l’Ospedale San Timoteo, restituendogli funzionalità e certezze e potenziandone i reparti interessati dalla patologia del virus, è stato condiviso da responsabili politici di Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Articolo Uno e Partito Democratico, dalla Cisl, da alcuni Consiglieri Comunali di Montenero di Bisaccia, Petacciato e Termoli, dai Sindaci dei Comuni di Petacciato, Portocannone, Montefalcone, Guglionesi, Larino, Montecilfone, Ururi, Santa Croce di Magliano, Palata, Acquaviva Collecroce e Tavenna e dall’Associazione “Giuseppe Tedeschi”.
I promotori hanno aggiunto che in questa fase attingendo ai fondi del Decreto Legge con cui il Governo ha stanziato 1,4 miliardi di euro per assumere con procedure d’urgenza 20 mila medici e infermieri e per acquistare macchinari e attrezzature specialistiche, si può riaprire l’Ospedale di Larino, che è moderno, antisismico, adeguato, collocato al centro del Basso Molise e dotato di una camera iperbarica.
L’Anpi Molise si unisce all’Appello rivolto al Ministro della Salute da parte di associazioni politiche e enti locali del Molise in cui si chiede di adottare ogni opportuno intervento per garantire anche ai cittadini l’assistenza e le cure che un Sistema Sanitario Nazionale deve garantire a TUTTI i cittadini italiani, qualsiasi sia la Regione nella quale vivono.
Lì 11.03.2020
ANPI Molise