di Domenico Angelone

Tutto va bene tutto è regolare tutto procede come un treno in mezzo a un temporale… Mutuando Baccini, la politica italiana e regionale va avanti nonostante le intemperie e le mosse strategiche. Dal PD la creazione del pesce in scatola per arginare l’avanzata leghista e Salvini che si autoflagella in parlamento facendo votare i suoi a favore del processo contro di lui per il caso Gregoretti, mossa strategica a sorpresa pre elettorale,  in attesa del risultato delle regionali di Calabria ed Emilia Romagna di domenica prossima 26 gennaio.

Più di tutti i partiti preme alla Lega comprendere se riuscirà ad espugnare la fortezza PD in Emilia Romagna, dove qualora vincesse Salvini anche il governo nazionale pentapiddino non avrebbe più modo di continuare ad esistere.

Risultato forse più scontato per la Lega in Calabria, ma veniamo alle beghe politiche di casa nostra. C’è un grande fermento nel movimento di Salvini, una caccia all’accreditamento sia di chi si è impegnato nella campagna elettorale per le passate elezioni europee come Luigi Petroni da Venafro, sia per le new entry come il Consigliere Comunale di Isernia Stefano Testa.

Entrambi vorrebbero posizionarsi nel movimento con ruoli apicali in provincia di Isernia, per poi ambire a ruoli molto più performanti come il Consiglio regionale o le future elezioni politiche.  Manca un coordinatore provinciale e parrebbe dai bene informati che i due aspirerebbero allo stesso ruolo, con non poche mosse e frecciatine da entrambi i lati, alle quali il coordinatore regionale Jari Colla si pone tra i dardi e cerca di frenarli a bersaglio. Una riunione voluta da Petroni su Venafro, per accreditarsi ulteriormente inaugurando a sue spese una sede proprio nella città di confine, parrebbe sia stata bloccata da Colla, che ha congelato ogni forma di comunicazione e di passo avanti dei suoi.

Ogni azione, comunicazione deve passare per lui e, guai a non rispettare le regole, anatemi ed espulsioni si sa nella Lega sono sempre in agguato e tutti si allineano a questo modus operandi. Intanto in regione Toma ha provveduto adattandosi anche lui alla volontà del Lombardo Colla, specchio di Salvini in Molise. a far restare Mazzuto in Giunta, tanto la maggioranza c’è e il rimpastino annunciato a fine anno? Il paradiso può attendere per Mazzuto come il noto film  film di Warren Beatty e Buck Henry  il suo angelo custode Salvini ha sbagliato ad estromettere le due elette Calenda e Romagnuolo, Mazzuto non doveva morire, ed ecco che continuerà a vivere nel corpo dell’assessore al Lavoro che non c’è.