Dieci settembre 1943, una data scalfita nella mente e nel cuore di ogni molisano, non solo degli isernini, che oggi ricordano uno dei giorni più tristi della storia della propria città. Sono trascorsi 76 anni da quando le bombe “amiche” provocarono centinaia e centinaia di vittime, radendo al suolo buona parte di quello che oggi è il capoluogo pentro. Dopo gli orrori della guerra, a due giorni dalla firma dell’armistizio, gli isernini erano appena tornati a vivere. Ma un filo rosso collega quegli eventi al presente di Isernia. C’era il mercato, la voglia di voltare pagina, di ricominciare a sperare in un futuro migliore. Poi le sirene e un boato che fece tremare la terra. Niente più è stato come prima. Una ferita indelebile che nemmeno una medaglia d’oro può rimarginare. Ma, al contempo, il capoluogo pentro ha avuto il coraggio di risollevarsi e tornare protagonista a livello regionale e nazionale. Dalle macerie dei palazzi distrutti sono nate delle piazze, quelle stesse agorà che hanno dato vita a un dibattito sulla istituzione della Provincia di Isernia e hanno visto diverse generazioni impegnarsi per il bene comune e costruire una Isernia nuova e al passo coi tempi. L’odierna commemorazione cade in un periodo storico particolare, in cui la città, al pari di tante altre, sta attraversando un momento difficile a livello economico e sociale. Di qui l’auspicio che la riflessione sulla tragedia del X Settembre 1943 possa, oggi come allora, infondere in ogni isernino la speranza e la volontà di guardare con maggiore ottimismo al futuro.
Filomena Calenda