Ho avuto modo di visionare con attenzione in queste ore la graduatoria dei progetti dei Contratti Istituzionali di Sviluppo, che il Tavolo istituzionale Cis Molise, presieduto dal premier Giuseppe Conte, ha finanziato per oltre 220 milioni di euro.
Sessantasei progetti, che dovrebbero raccontare uno sviluppo armonico dell’intera regione, ma che invece, evidenziano divari e discrepanze di trattamento.
Mi complimento, ovviamente, con tutti quei Comuni, i cui progetti sono rientrati nell’elenco dei beneficiari. Le opere presentate e finanziate sapranno di sicuro dare vitalità e slancio finanziario non solo ai propri committenti, ma anche ai tanti professionisti, che hanno contribuito e contribuiranno nell’esecuzione pratica delle opere. Una vera e propria boccata d’ossigeno per i 30 comuni beneficiari. Peccato però, che in Molise di comuni se ne contano ben 136. Dunque 100 comuni, tagliati fuori (ad eccezione dei 62 enti locali che parteciperanno alla ripartizione dei fondi per lo sviluppo turistico lungo i tratturi, salvo la fattibilità del progetto nella seconda fase).
Una ecatombe di progetti, che avrebbero potuto garantire lo sviluppo economico di tutta la regione, se solo gli attori avessero tenuto in debito conto le istanze di ogni sindaco, che conosce i bisogni delle proprie aree.
Nelle prossime ore, approfondirò anche le scelte adottate che hanno permesso di partecipare alla ripartizione dei finanziamenti dei Contratti di Istituzionali di Sviluppo, soggetti privati. Come mai si è data loro la possibilità, snaturando di fatto il significato del tavolo istituzionale, lasciando fuori dai giochi interi comuni?
A mio rammarico, devo constatare, che ancora una volta, si è persa l’opportunità di migliorare e di operare secondo schemi scevri da logiche incomprensibili ai più.