“Ci vuole sempre una motivazione per andare a Sanremo: o hai una bellissima canzone (e ogni tanto ce lo dimentichiamo che si chiama Festival della Canzone italiana e non dei Cantanti italiani) oppure hai una forte motivazione”. E Ron, che si presenta per la settima volta sul palco dell’Ariston, 47 anni dopo la prima nel 1970, a dire il vero, forse, le ha entrambe.
Il brano che ha scelto per la gara, L’ottava meraviglia, è una classica ballata d’amore nello stile del cantautore (“una canzone, non qualcosa che assomiglia a una canzone, che ha molto di me, del passato, del presente e anche del futuro. Nel senso che ho toccato corde vocali che non avevo mai sfiorato finora”, tiene a precisare) e sarà contenuta nella ristampa del doppio album La forza di dire sì (in uscita il 10 febbraio per Le foglie e Il Vento con F&P Group/Universal Music) con i suoi brani più celebri, reinterpretati con 24 colleghi e un secondo inedito “Ai confini del mondo”. “E’ un progetto che ho fortemente voluto per raccogliere fondi a favore della ricerca contro la Sla – ha spiegato Ron -.
Già 12 anni fa avevo pubblicato il disco ‘Ma quando dici amore’ a favore dell’associazione AISLA, con 14 artisti. Ma stavolta ho fatto le cose ancora più in grande. Non mi vergogno di dire che non ha venduto molto, ma sento di avere una responsabilità enorme nei confronti dei malati di SLA, una malattia cattivissima contro la quale loro ce la mettono tutta, anche con la fede che ha ruolo importantissimo. Non credo nell’eutanasia prima dei tempi e nemmeno nelle cliniche in Svizzera come soluzione. E non sosterrei una proposta di legge in questo senso. Abbiamo i mezzi per accompagnare tutti malati in modo dignitoso nel loro percorso di fine vita”. Sanremo, dunque, diventa il palco giusto dal quale presentare il progetto: “lì il messaggio non può non arrivare”. Perché Sanremo, che Ron ha vinto nel 1996 con Vorrei incontrarti tra cent’anni, è ancora un palcoscenico unico: “Chi non l’ha fatto dovrebbe farlo, soprattutto i giovani. E poi con Conti la musica viene ben trattata. E’ un’occasione straordinaria”.
Tutto è iniziato una dozzina di anni fa, quando Ron conosce Mario Melazzini, diventato uno dei suoi migliori amici. “E’ stato lui, colpito dalla SLA, a dirmi ‘perché non fai qualcosa con i tuoi amici?’. Da lì la macchina si è messa in moto. Mario, con la sua forza, rimane un esempio per tutti”. Oggi Ron fa parte del consiglio direttivo dell’AISLA, incontra i malati, si impegna in prima persona. “Volevo esserci davvero. La beneficienza da sola non mi bastava”. Per questo è nato il progetto La forza di dire sì, “la più bella esperienza della mia vita”. Alcuni dei 24 artisti che hanno partecipato al progetto (da Marco Mengoni a Lorenzo Fragola, da Jovanotti a Gigi D’Alessio, passando per Giuliano Sangiorgi ed Emma), saranno con Ron anche nel concerto evento del 6 marzo a Milano (sempre a favore di AISLA): al Teatro degli Arcimboldi ci saranno Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La scelta, Nek, Francesco Renga, Syria e Annalisa. Quest’ultima lo accompagnerà anche all’Ariston nella serata del giovedì dedicata alle cover. “Lei mi piace e mi fa paura allo stesso tempo per quanto è brava, è vocalmente perfetta, una musicista vera. Mi piacerebbe scrivere per lei, ma anche che lei scrivesse per me”. Insieme proporranno Insieme a te non ci sto più “nella versione moderna, epica di Franco Battiato. L’ho scelta perché era il mio cavallo di battaglia ai concorsi da ragazzo. Mi dà forza e mi riporta a un tempo felice. Un po’ è un cerchio che si chiude. Nell’aria c’era anche l’idea di fare Piazza Grande di Dalla, ma già nel 2014 avevo cantato Cara. Mi sembrava un ripetersi non carino nei confronti di Lucio”.
Fonte: ANSA