di Alessia Tonti

La crisi dell’edilizia nel Molise non offre segnali di ripresa. I dati statistici dal 2008 ad oggi sono catastrofici. Cinquemila posti di lavoro su novemila andati in fumo e la chiusura di mille imprese su duemila, offrono un quadro dipinto con il sangue di operari e imprese che non riescono più a sopravvivere in questa regione.

L’edilizia, da sempre segmento trainante dell’economia, ferma da anni. Non si costruisce più, a determinare tale ristagno e baratro sono stati diversi fattori, tra cui il blocco dell’edilizia residenziale e commerciale, ma ancora più incisiva la mancanza di appalti pubblici ad appannaggio, dei pochi bandi solo a favore di grandi aziende di fuori regione.

Gli appalti vecchi ancora non saldati dagli enti, hanno determinato la fine di tante imprese costrette a chiudere non per debiti, ma per crediti inesatti.

A guardare le nostre città, sono poche le gru che si intravvedono, specchio del totale crollo del segmento edilizio che non riparte.

Le mille aziende rimaste, trovano spazio nelle ristrutturazioni di edifici privati, ma è poca cosa rispetto ad una politica che dovrebbe tutelare e incrementare il rilancio edilizio.

Poche quelle aziende edili che hanno avuto la forza e la capacità di rigenerarsi con gli appalti del terremoto a L’Aquila e in Umbria, ma resta fermo al palo un segmento di fondamentale importanza per la ripartenza.

Operai costretti ad emigrare anche all’estero pur di garantire il sostentamento alle famiglie nel Molise. Non parliamo di giovani, ma di cinquantenni, che hanno dovuto fare le valigie per non soccombere.

Si spera nel Cis, il Contratto Istituzionale di Sviluppo che nelle promesse dovrebbe portare 220 milioni di euro di lavori nel Molise tra infrastrutture, in via di definizione.

Come sarà gestita questa pioggia di milioni euro? E’ quanto si chiede il comparto edile.

Certamente sarà una grande opportunità di rilancio per il comparto edile molisano, sempre se gli appalti verranno gestiti con quella necessaria attenzione verso le imprese autoctone, altrimenti anche questa opportunità mancherà l’obiettivo principale: lavoro ed economia per questa nostra terra ridotta a brandelli.