di Pietro Tonti
Il bene più prezioso del Molise non è fruibile da tutti i suoi abitanti, almeno per la purezza che dovrebbe sgorgare dai rubinetti da Venafro a Termoli, Ed è proprio il basso Molise e i paesi che ricadono in quest’area ad essere i più svantaggiati e colpiti da una carenza idrica costante e da un’acqua che non si può considerarla pura come quella che sgorga dalle sorgenti del Matese e riesce a servire i comuni ricadenti nella provincia di Isernia e nell’area matesina.
L’ambizioso progetto di portare l’acqua dal Matese al Basso Molise è stata un’idea valida sulla carta, un progetto nemmeno troppo ambizioso. Si tratta di 150 chilometri di condotta idrica che appaltati ad un’azienda campana nel 2007 da Molise Acque, dopo dodici anni avrebbe dovuto offrire il tanto agognato flusso idrico ai comuni dell’area adriatica, ma in seguito a una grande promozione dell’opera e un blando collaudo, quando la richiesta idrica del basso Molise qualche settimana fa si è fatta impellente, ecco che la messa a pressione della chilometrica condotta ha dimostrato tutta la sua inefficienza.
Subito si sono registrate due perdite, in due distinte località, che hanno impedito il funzionamento della condotta, poi ancora altre perdite e furti in quanto non fu previsto a suo tempo il telecontrollo a distanza. Poi il ping pong delle responsabilità di Molise Acque che anche in consiglio regionale il M5S ha preso di mira, scagliandosi sull’inefficienza dei tubi della condotta acquistati in Turchia che non sarebbero adatti a sopportare una pressione come quella necessaria all’acquedotto che già in partenza ha dimostrato di essere inadeguata, con rotture costanti che di fatto ne inficiano la funzionalità.
L’emergenza idrica in basso Molise continua. La crisi che fino alla scorsa settimana ha interessato tutti i comuni a valle della diga di Guardialfiera non è stata solo il prodotto temporaneo del malfunzionamento delle pompe di sollevamento o della manutenzione ai filtri del potabilizzatore. Altro grande problema non risolto ancora, dove per anni e ancora oggi la manutenzione del depuratore non è affidata ad un chimico esperto di Molise Acque, in quanto l’ente non ne ha mai avuto in carico uno, ma a un informatico, che deve assumersi delle responsabilità che non gli competono.
Altro nervo scoperto, è che il quantitativo di acqua destinato al Basso Molise, il quale non è sufficiente rispetto alle esigenze della popolazione. infatti dei 500 litri al secondo di cui ha bisogno in estate il territorio (anche per l’aumento della popolazione), ne saranno effettivamente trasferiti dalla diga del Liscione non più di 300. E questo confidando nel perfetto e continuo funzionamento delle pompe di sollevamento, che come è noto, si rompono spesso e riducono ulteriormente la portata idrica. Insomma una situazione di massima allerta che preoccupa tutti nel Basso Molise, mentre Molise Acque annaspa nei debiti milionari con il rischio che il maggior creditore per le forniture elettriche Heracom, possa giungere a pretendere oltre agli interessi milionari, il capitale di oltre 35milioni di euro di forniture non pagate, la gestione dell’acqua pubblica che diverrebbe così privata, in barba alla prima risorsa pubblica di questa piccola regione.