di Alessia Tonti
Difficile poter far accettare e spiegare ai cittadini molisani pendolari da Campobasso alla capitale che la regione Molise paga trimestralmente una cifra di sei milioni 311,757 euro a Trenitalia per avere dei servizi straordinari per la loro precarietà.
La bellezza di 25 milioni e 247 mila euro annuali che l’amministrazione regionale deve pagare per avere la ferrovia e tutto quello che concerne quotidianamente i disservizi che ci accompagnano da anni.
I viaggiatori molisani sono esposti ad una sorta di supplizio con ritardi costanti dei treni, o blocchi delle motrici nelle foreste in attesa di pullman sostitutivi; o ancora alla impossibilità di usufruire di bagni nelle carrozze o di aria condizionata nei periodi estivi, con la certezza di essere considerati cittadini di serie B, approdando a quel binario 20 Bis che appare come un articolo del codice penale, condannando i molisani all’ergastolo ferroviario.
Come non citare la calca dei nostri concittadini nei periodi clou dell’anno, in occasione di festività ed ultime elezioni. Stipati come sardine nelle carrozze per quasi quattro ore da Roma a Campobasso. Certamente il rispetto delle regole e la prima tranche di pagamento delle spettanze a Trenitalia liquidati con determina dirigenziale il 24 giugno scorso, non è passata inosservata da chi cura una pagina facebook sottile e sarcastica, denominata proprio “Binario 20 bis”.
Far accettare al popolo molisano il pagamento milionario per servizi eufemisticamente precari è paradossale. In molti si chiedono, perché pagare e per quale motivo la regione non pretende quello che è giusto, il rispetto dei cittadini che viaggiano; il comfort necessario con i servizi minimali e garantiti nel corso dell’anno. Ma questo pare sia chimera anche solo pensarci.
Nonostante cifre milionarie Trenitalia ha aumentato anche le tariffe ferroviarie del 40%, da qui l’ilarità è d’obbligo.
Sul social si festeggia quando per la prima volta in assoluto un Minuetto giunge a Termini con un minuto di anticipo, con foto storiche ed esaltazione dell’evento.
Si sdrammatizzano sarcasticamente i ritardi biblici con pubblicazioni del tipo: “bimba nasce sul regionale Campobasso – Roma. La mamma: quando sono partita non ero incinta”, mentre FS lancia la campagna “occhio al ritardo”.
E ancora foto di gente stipata nelle carrozze come deportati, racconti di partenze con viaggi e ritardi biblici, mentre, la regione paga e attende la linea elettrificata come panacea risolutiva dei mali endemici dell’unica tratta ferroviaria molisana che ha festeggiato gli oltre 100 anni di vita.
Rispetto e pagamento, pagamento e rispetto della persona è questo che chiedono i molisani a Trenitalia. Non siamo e non vogliamo essere cittadini di serie B, ma chi è preposto ad elargire cifre straordinarie a Trenitalia spa, deve essere in grado di puntare i piedi a terra e costringere i vertici di FS ad erogare i servizi per cui vengono pagati così profumatamente.