La giocatrice argentina sarà ambasciatrice del club rossoblù nella nazione sudamericana
La new entry rossoblù: «Campobasso opportunità unica, una realtà che potrà divenire la Schio del Sud»
Entusiasmo, grinta, determinazione e tanta esperienza. Un mix esplosivo per chi – per caratteristiche di gioco – potrebbe essere la Marcelo Nicola in rosa per la Magnolia Campobasso, potendo, come interna, dare una doppia dimensione nelle rotazioni al roster di coach Mimmo Sabatelli. E portando, tra l’altro, l’entusiasmo e la determinazione con cui ha consentito ad Ariano Irpino di centrare l’A2, ma ponendosi anche in ulteriori ruoli di supporto sia alla cantera che all’immagine del club dei #fioridacciaio. Ulteriore new entry per la stagione 2019/20 in casa rossoblù è la quarantatreenne argentina (un vero e proprio idolo, oltre che punto di riferimento in patria) Carolina Sanchez. Elemento di 186 centimetri con passaporto spagnolo (ma sul parquet utilizzabile come italiana di formazione per le sue stagioni con le giovanili di Palermo), nella sua carriera da senior la giocatrice sudamericana è arrivata in Italia come ala piccola in Sicilia a Priolo a cavallo del 2000, andando poi ad evolvere le sue caratteristiche tecniche nello spot di ala-pivot e, in nazionale, di cui è stata peraltro capitano, anche nel ruolo di centro.
TRIPLICE PROSPETTIVA Da parte sua, dall’Argentina l’ultimo innesto in casa campobassana guarda già alla sua avventura in Molise con grande curiosità e la voglia di ritrovare subito l’Italia, dove – nel mezzo tra le esperienze di Priolo agli inizi in A1 ed Ariano Irpino in B nell’ultima stagione – ci sono stati due tornei di A2 ad Alghero (2014/15) e Costa Masnaga (2016/17).
«Non mi sarei mai aspettata – confida con grande sollecitudine – una simile chiamata alla mia età. Quando il mio procuratore mi ha presentato il progetto Magnolia e la composizione del roster, ho subito dato il mio assenso con un entusiasmo assoluto. So che è una squadra che punta in alto e mi auguro di poter proseguire sull’onda lunga del successo ottenuto nell’ultima stagione».
«Il poter poi – prosegue – guidare come allenatrice un gruppo di ragazze del settore giovanile ed avere l’opportunità di assumere il ruolo di ambasciatrice e talent scout per la Magnolia in Argentina per cercare di scovare qualche prospetto interessante da instradare verso il Molise mi rende semplicemente entusiasta».
SPIRITO DI INIZIATIVA Un ruolo per nulla marginale di cui la giocatrice ha già parlato con il club prima di ritornare in Argentina per le vacanze estive.
«Ho avuto la fortuna di confrontarmi col club – spiega – e di conoscere coach Mimmo Sabatelli e ne sono uscita piacevolmente proiettata già sul futuro. Mi ritrovo appieno nel progetto Campobasso, che rispecchia, tra l’altro, quella che vuole essere la mia evoluzione lontano dal parquet sempre nel mondo del basket a stretto giro di posta. In un primo momento avrei voluto farlo nel mio paese, ma in Molise ho verificato che ci sono tutte le condizioni per attuare le idee che avrei sempre voluto portare avanti».
LA SCHIO DEL SUD Un feeling nato così a pelle, ma divenuto particolarmente profondo, tanto da portare l’ultima arrivata in casa rossoblù ad etichettare la Magnolia come una possibile ‘Schio del Sud’.
«Per idee e caratteristiche la società campobassana ha tutte le possibilità per arrivare ed essere come la Famila, ossia ad avere una prima squadra di vertice nella massima serie e, contemporaneamente, un florido settore giovanile».
ORGULLO ALBICELESTE Giudizi ponderati e mediati, tra l’altro, anche da un’esperienza internazionale come quella di ben sedici anni con la camiseta della nazionale argentina, di cui è stata anche capitano.
«Vestire sulla propria pelle i colori del tuo paese – discetta – è motivo di immenso orgoglio e mi ha dato sempre grande carica nell’affrontare poi le stagioni con la squadra di club perché mi ha fornito il ‘metodo’ per poi proiettarmi nei diversi tornei, cercando di dare il massimo di me stessa sino alla fine. È stato così in tutte le squadre in cui sono stata e sono determinata a far sì che si ripeta anche a Campobasso. So di essere vicina ad una sorta di traguardo della mia carriera e voglio cogliere appieno quest’occasione che mi sta, tra l’altro, aprendo anche ulteriori porte».
ECLETTISMO SUL PARQUET Del resto, da un punto di vista strettamente tecnico, Carolina Sanchez ha saputo cogliere ogni occasione prospettatale per evolvere il suo modo di stare sul parquet.
«Ho cambiato posizione dal mio avvio come ala piccola passando negli spot di quattro coi club e anche di pivot con la nazionale. In questa maniera sono riuscita ad evolvere il mio modo di stare sul parquet, il che mi ha consentito di migliorare tanto e crescere con continuità. Proprio le mie caratteristiche mi consentono con avversarie più fisiche di spaziarmi e tirare da tre e contro atlete della mia stessa stazza o con cui posso sfruttare il mismatch cercando di lavorare di posizione spalle a canestro in post basso».
Caratteristiche simili ad altri lunghi suoi connazionali al maschile come Oberto, Scola o Marcelo. Ed è proprio nell’ex Treviso e Siena che Sanchez trova una sorta di modello, un punto di riferimento. «Per caratteristiche – sintetizza – mi ritrovo molto in lui ed in quello che era il suo modo di giocare».
VISTA SU VAZZIERI Intanto, a proposito di osservazioni, l’ultima arrivata in casa Magnolia è pronta a raccontare anche il suo particolare approccio col gruppo degli aficionados rossoblù.
«Ho avuto modo di vederli all’opera seguendo a video la gara dei quarti di finale di Coppa Italia contro Moncalieri. Mi hanno trasmesso un’emozione unica. Un impianto compatto come il PalaVazzieri con tanta gente a sostenerti ti trasmette una carica unica e, tante volte, intimorisce l’avversaria. Non a caso i tifosi sono considerati il sesto elemento sul parquet. Ho vissuto simili sensazioni nell’ultima stagione in occasione della finale di Firenze con Ariano Irpino. È stata una giornata intensa e con un risultato che è stato figlio anche della sintonia creatasi tra la squadra ed i propri fedelissimi».