di Tonino Atella
In cima alle Tre Torri di Venafro, valico collinare che dal Molise porta in Campania e quindi nel Lazio e che sino agli anni ’50 era l’unica strada di collegamento tra l’ovest della nostra regione e le predette regioni confinanti, continua a fuoriuscire e perdersi purtroppo tantissima acqua sorgiva che invece pensiamo potrebbe essere incanalata ed utilizzata per le tante esigenze e necessità dell’uomo e della donna.
In effetti anni addietro su tale collina che chiude ad ovest il Molise vennero eseguito scavi per la captazione di acqua sorgiva, opere che previdero interventi e perforazioni sia in territorio molisano che nell’attigua Campania.
Tante all’epoca le perforazioni in terra molisana ed in quella campana per individuare le consistenti risorse idriche e le falde buone. In effetti sul versante campano è ben visibile, seppure abbandonata, una enorme costruzione edificata in tali circostanze e che avrebbe dovuto successivamente regolare il tutto, provvedendo allo smistamento delle predette risorse idriche.
A siffatti interventi però, dopo i lavori dei decenni trascorsi, non si diede più seguito ed ogni cosa da allora -si era negli anni ’80- è rimasta abbandonata ed inutilizzata. Esattamente come accade per le risorse idriche sorgive del sottosuolo dell’estremo Molise occidentale portate alla luce tramite scavi e perforazioni, ma successivamente non più incanalate per essere utilizzate.
Ed oggi tali consistenti ricchezze idriche, individuate decenni addietro, fuoriescono in quantità abbondante in cima alle Tre Torri per perdersi incredibilmente in fossi e canali di scolo e di scarico senza alcuna plausibile spiegazione, e soprattutto senza il loro utilizzo!
Non è, questo, un gran peccato, una imperdonabile leggerezza, attesa la necessità di salvaguardare dagli sprechi e dalle inutili e dannose dispersioni un bene tanto prezioso ed essenziale qual è l’acqua?
Pensiamo proprio di si, per cui giriamo il tutto a chi di dovere perché si eviti finalmente quanto continua ad accadere in cima alle Tre Torri di Venafro in fatto di tutela e salvaguardia dell’acqua, elemento essenziale della vita.