di Tonino Atella
Qui non si trova più un artigiano! Nemmeno a pagarlo a peso d’oro! Una volta Venafro, così come tutti gli altri Comuni piccoli e grandi del Molise, aveva tantissimi artigiani e tutti validi.
Dal ciabattino al falegname, dal fabbro al sarto, dallo stagnino a molte altre figure di lavoratori che soddisfacevano al 100% l’utenza, risolvevano ogni necessità ed avevano un sacco di clientela. Botteghe artigiane disseminate ovunque lungo le strade, sugli spiazzi, nelle piazzette e nei vicoli degli antichi quartieri con cui diverse famiglie artigiane traevano il necessario sostentamento per vivere e crescere i figli. C’era in giro cioè un sacco di lavoro e non un solo “buco” del centro storico restava chiuso ed inutilizzato.
Ovunque ci si girasse, c’era la bottega artigiana ed all’interno tanta saggezza e sapienza lavorativa. Macchinari praticamente zero, attrezzature a dir poco modeste, ma la valentìa dell’artigiano sopperiva alla grande. Ad inizio estate poi, chiuse le scuole, tanti fanciulli e ragazzi piuttosto che bighellonare e perdere inutilmente il tempo della crescita, venivano mandati dalle famiglie al maestro artigiano ad “ apprendere l’arte e metterla da parte “ per la vita futura. I minori, dopo una iniziale contrarietà, frequentavano ben volentieri la bottega artigiana di “Zio Nicola” (nome di fantasia) o di altri perché si appassionavano all’arte manuale loro trasmessa dal buon artigiano, che li trattava come figli, e bastavano una/due estate perché venisse fuori altro provetto artigiano del futuro.
La clientela, come scritto, non mancava e la soddisfazione era a 360°. Si trovava cioè facilmente chi sapientemente risolvesse qualsivoglia problema. Oggi purtroppo la situazione è desolante! Artigiano introvabile e problemi a non finire in caso di una qualsivoglia difficoltà, anche minima>. Così il parere di molti a Venafro, che denunciano la penalizzante scomparsa dell’artigianato a tutto danno del lavoro, dell’imprenditoria e di tante prospettive future.
<Normative ultime di ordine fiscale, giuridico ed altro -aggiunge chi dimostra di essere addentro al problema- hanno enormemente penalizzato l’intero settore artigianale, mettendolo di fatto all’angolo. Di tali lavoratori in giro sono rimasti decisamente pochi per un sacco di motivi e la collettività ne paga serie conseguenze>. Quali i suggerimenti per cercare di rimediare? <L’artigianato va rivitalizzato e rilanciato con leggi e normative ad hoc, che ne preservino l’operatività e soprattutto garantiscano l’esistenza futura.
Ci auguriamo cioè di veder riaprire al più presto e ovunque botteghe artigiane, con tanta saggezza lavorativa all’interno. Si risolleveranno in tal modo l’economia ed il lavoro, mentre tanti problemi verranno finalmente risolti da sapienti mani artigiane, di cui oggi si va alla ricerca col classico lanternino senza però riuscire a trovarle!>.