di Irnerio Musilli
La ricerca scientifica è l’unico settore che in questo momento offre garanzie e certezze per un mondo migliore. Tutti i malati guardano ad essa come il miraggio della visione di un oasi ristrutturante e rigenerante e, nello specifico, i malati gravi,in particolare gli oncologici e coloro che sono affetti da malattie rare, la considerano come l’unico scoglio cui aggrapparsi per una dose continua di speranza fiducia ed ottimismo che ci faccia guardare al futuro come una linfa rigeneratrice di quello che l’imponderabile,la casualità e la sfortuna ci hanno privato.
Con questa visione ottimistica ma nello stesso tempo reale, come chi ha saldamente i piedi piantati a terra … ed è tutto dire per malato di SLA devo ammettere anche che non tutti conoscono il paziente, certosino e minuzioso lavoro che si nasconde dietro l’opera di studiosi ricercatori e tutti coloro che operano in questo settore.
Quando uno di essi intravede che una molecola chimica possa garantire le generalità e le caratteristiche per aspirare a diventare un farmaco, da questo momento si articolano una serie di studi e ricerche per cui è necessario la durata di un arco temporale che oscilla dai sette ai dieci anni per avere alla fine la sicurezza che il farmaco sia efficace e, soprattutto che non comporti danni alla salute delle persone.
A questo punto il ricercatore inizia il suo lavoro con la RICERCA PRE-CLINICA : questo tipo di studio viene condotto esclusivamente in laboratorio e si sperimenta prima “ in vitro” cioè sulle cellule e poi “in vivo” sulle cavie animali. Superata questa parte di studio con esito positivo si passa alla RICERCA CLINICA: a questo punto la molecola viene valutata sull’uomo attraverso studi che si articolano su varie fasi, l’una successiva all’altra.
Si passa alla fase successiva solo se si è superata positivamente la fase precedente. Con gli studi della FASE 1 si valutano la sicurezza e la tollerabilità del principio attivo e vengono coinvolte solo poche persone.
Con Gli studi della FASE 2 si valutano dosaggio e tollerabilità su un numero maggiore di esseri umani, per iniziare a comprendere qual è l’effetto reale del farmaco in relazione ad alcuni parametri considerati gli ideali indicatori dello stato di salute di una persona, come ad esempio l’apparato cardiovascolare.
Con gli studi della FASE 3, si mira a comprendere con esattezza il livello di efficacia su un numero sempre maggiore di esseri umani e per un periodo di tempo sempre più lungo.
Con la FASE 4 si passa ad attuare una specifica sorveglianza sul farmaco per la durata di alcuni anni dopo la sua immissione in commercio. Tutto questo serve a valutare le reazioni avverse più rare, che non è stato possibile accertare con gli studi clinici, che per quanto ampi non hanno consentito che emergessero, ma che nell’uso di massa del nuovo farmaco, potrebbero venire alla luce.
Obbiettivi, numero di partecipanti, articolazione e durata delle visite, criteri di inclusione ed esclusione dei pazienti, vengono definiti in un protocollo che disciplina ogni singolo specifico studio.
Coloro che partecipano alle sperimentazioni cliniche farmacologiche non lo fanno solo per se stessi, ma anche per tutti gli altri pazienti che si trovano in condizioni analoghe e che potranno beneficiare degli effetti positivi del nuovo farmaco.
A questo punto, accertata la funzionalità reale del farmaco, esso è introdotto realmente in commercio e viene attuata in pieno una vera e propria farmaco vigilanza post marketing.
Il rapporto di noi malati molisani con la ricerca scientifica si può definire particolarmente fortunato, per il semplice motivo che viviamo in una zona geografica distante pochi chilometri da Roma capitale, dove sorgono i migliori policlinici,i migliori ospedali sedi universitarie di indiscusso livello. Tale vicinanza, permette ai pazienti molisani di usufruire appieno di ogni scoperta, che la ricerca scientifica possa offrire.
Dalla parte opposta, equidistante e sulla fascia adriatica sorge la casa sollievo della sofferenza di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, dove un ovattato silenzio intriso di ascetico misticismo religioso, esalta al massimo il lavoro di giovanissimi ricercatori ed infine , ad un tiro di schioppo da noi stessi, sorge il nuovo padiglione della ricerca della NEUROMED di Pozzilli che addirittura ci proietta verso il futuro.
Considerato che questi tre luoghi assorbono la maggior parte dei fondi europei e nazionali dedicati alla ricerca scientifica; tutto l’insieme ci fa ben sperare e restare fiduciosi nel futuro.
Nel discorso di fine anno il nostro presidente della Repubblica ci ha ricordato che il servizio sanitario italiano ci è invidiato in tutto il mondo, tanto che perfino l’ex presidente degli Stati Uniti, Obama, ha cercato in tutti i modi di imitarlo e copiarlo e, francamente non si riesce a capire come qui da noi tanti si impegnano per cercare di distruggerlo.