“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace.”, Così un giovane ritenuto all’epoca un po’stravagante, di nome Francesco di Bernardone, andava predicando per le strade della città di Assisi nei primi decenni del 1200. La semplicità e la seraficità di quel giovane, che sarebbe poi stato conosciuto come il Poverello d’Assisi, o il Serafico o San Francesco, commosse la sua generazione e quelle successive fino a noi tanto da fare di quel suo appello alla pace e alla fratellanza un richiamo sempre attuale e universale. Non a caso il Parlamento italiano, con la legge del 10 febbraio 2005 n. 24, ha scelto proprio il 4 ottobre, festa religiosa di San Francesco, per fissare la solennità civile della “Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse””. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio Regionale Salvatore Micone in occasione della Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, che si commemora il 4 ottobre di ogni anno.
“In un mondo sempre più collegato e chiamato ad interfacciare le varie fasce delle società e delle civiltà –ha continuato il Presidente Micone-, questa Giornata ci ricorda la strada maestra da percorrere per l’umanità se non vuole autodistruggersi: quella del rispetto per le idee e il credo degli altri, per la sensibilità da dimostrare nei momenti difficili a chi è nostro prossimo, del cercare in tutti i modi di risolvere i problemi con il mezzo della persuasione verbale, del dialogo franco e comunque della pace.
Un impegno importante che oggi come comunità dobbiamo riassumere prima di tutto con noi stessi, poi con la nostra Carta Costituzionale che è intrisa di questi principi e infine con il resto delle culture e delle religioni, i cui elementi fondamentali e basilari che saggiamente e correttamente interpretati sono tutti contrari alle prevaricazioni, alle intolleranze e alle violenze di ogni genere. Le religioni rappresentano un modo per elevare lo spirito umano, non certo per abbrutirlo con i fondamentalismi, con le distorsioni verbali e con le sopraffazioni.
Anche il nostro Molise ha la fortuna di accogliere sul suo territorio persone di credi religiosi, di etnie e di estrazioni diverse. Tale diversità rappresenta una ricchezza spirituale, cultuale e civile che dobbiamo saper sfruttare nel rispetto di tutti e nella riscoperta dei valori più veri che caratterizzano gli italiani, e i molisani in modo particolare, che sono quelli dell’accoglienza, della solidarietà, del rispetto delle proprie radici e tradizioni ma anche dell’apertura al confronto e al dialogo con altre culture.
Viviamo dunque questa Giornata con l’entusiasmo di ricordare, come sostenne in uno storico discorso JF Kennedy, che “ il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta. Respiriamo la stessa aria. Ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali”. Tutto ciò prescindendo da dove viviamo, da che divinità preghiamo, da quale cultura abbiamo e da quale sia la condizione socio-economica vissuta”.