di Irnerio Musilli
Le RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI ed altre strutture ad esse assimilabili ed accostabili che molto semplicemente vengono chiamate RESIDENZE PER ANZIANI, inserite in un contesto ambientale-naturalistico con le caratteristiche proprie della nostra regione ed integrare dalla più sana tradizione rurale della nostra gente, potrebbe essere il giusto viatico per una raffinata civiltà.
Inizialmente, il primo passo verso la civiltà su questo argomento, avvenne quando, circa 10/12 anni fa intuitivi e lungimiranti amministratori locali idearono, progettarono e realizzarono questo tipo di strutture che poi nel tempo, sono proliferate in tutta la regione ed in particolare nell’alto Molise, dove coprono il fabbisogno dell’intero territorio.
Recenti studi effettuati nelle università di paesi come:Finlandia, Norvegia, Cina e Giappone ci dicono che curare l’ambiente e soprattutto vivere in un ambiente sano tiene lontano malattie , aumenta le aspettative di vita e, soprattutto, migliora sicuramente la qualità della vita.
Approfondendo e analizzando il problema sono giunti alla conclusione che l’ambiente ideale che loro propongono è completamente sovrapponibile alle caratteristiche del nostro territorio, alla nostra natura selvaggia ed incontaminata che rappresentano la nostra vera ricchezza ed il nostro oro.
A questo proposito mi viene da dire che noi abbiamo tutto a portata di mano, in ogni m² della superficie del nostro Molise, dalle bianche spiagge del termolese all’altissima Capracotta, quindi non dobbiamo studiare di cercare e di inventarci nulla, ma dobbiamo solo lavorare.
Provo un attimo a fantasticare, provo ad immaginare una residenza sanitaria assistenziale circondata dal verde, con le nostre piante autoctone, con l’aria chiara, limpida, ossigenata e salubre; con un percorso per disabili contenti, le spiegazioni scritte in Braille per i non vedenti.
Provo ad immaginare in questa superficie qualche muretto a stecco con le nostre grigie pietre di montagna, qualche staccionata in legno tipiche dei percorsi boschivi; qua e là magari ad intervalli regolari, gruppi floreali per deliziare gli occhi di chi guarda ed infine gruppetti di animali da cortile, per ricreare la tipica aia rurale della nostra civiltà contadina. Magari con le presenze di un cavallo e di un asinello, a completare il quadro della tipica casa di campagna molisana.
Ad evitare che questa idea possa essere definita bizzarra o bislacca, si sa con certezza che ormai da qualche tempo presso gli atenei universitari, con sempre maggiore frequenza, i laureandi e gli specializzandi presentano la loro tesi sulla pet therapy inglobando anche ippoterapia, questo a testimoniare che soprattutto alcuni animali accostati ai disabili e ai malati apportano benefici di serenità, tranquillità ed equilibrio sulla psiche.
In questa superficie sarebbe interessante creare uno spazio delimitato per quelle persone che, pur essendo anziane mostrano ancora con orgoglio la loro fisicità e il loro stato di esseri autosufficienti. Proviamo a pensare ad una sorta di autogestione che porti queste persone a delle piccole coltivazioni: basilico, prezzemolo, alloro, zucchine e melanzane in pratica, curare quello che una volta era chiamato l’orticello di famiglia.
Tutto questo non solo per lenire la noia della quotidianità ma, per tenere il proprio fisico in azione e la mente concentrata al lavoro, quel lavoro che li riporterebbe indietro nel tempo e li renderebbe più felici ed attivi.
Il tutto potrebbe essere un prototipo alternativo e modernissimo di limitata “GREEN ECONOMY “.
In conclusione,quello descrittovi, dai nordici verrebbe definito un “POSITIVE SIDE EFFECT” e, non voglio fantasticare ancora ma, mi sento di ipotizzare che in un eventuale Expo sull’ambiente del prossimo futuro, forse si potrebbe lanciare un “made in Molise” sicuramente più efficace e naturalmente sfruttabile per creare lavoro in un conteso di una piccola regione dalle molteplici potenzialità.