di Tonino Atella
Si trattò di terribile e devastante cannoneggiamento del cosiddetto “fuoco amico” americano che il 4 e 22 ottobre 1943 investì Venafro per centrare l’accampamento tedesco al Campaglione, storica area olivetata alla periferia ovest della città. Le truppe a stelle e strisce nei giorni immediatamente precedenti cercarono anche di avvisare la popolazione venafrana perché si mettesse in salvo lasciando il centro abitato, ma in molti furono impossibilitati a farlo per motivi di salute o altro impedimento ed alla fine si contarono a terra 18 civili senza vita, centrati dalle bombe, mentre la città accusò tanta distruzione nei diversi quartieri.
Di tutto questo Venafro non ha affatto perso la memoria, tanto che il movimento popolare “I Venafrani per Venafro” ha scritto al sindaco della città, Ricci, perché vengano ufficialmente commemorati dalle istituzioni locali tali “poveri innocenti”. La missiva del movimento al primo cittadino : <Da anni si chiede la commemorazione ufficiale da parte del Comune di Venafro delle vittime civili, 18 ambosessi di età diverse, dei bombardamenti subiti dalla città il 4 ed il 22 ottobre ’43 ad opera del cosiddetto “fuoco amico”. I nomi di quanti nella circostanza persero la vita: Fernando Ottaviano, Nicandro e Mario Vaccone, Antonio Giannini, Giacinta Leva, Maria Carmela Iannacone, Bambina Policella, Giovanni Colangelo, Emilia Tagliaferro, Paolo e Lucio Andreozzi, Luigia Conte, Crescenzo Ricchiuti, Giacomina, Clara e Filomena Natale, Giuseppina Verrecchia e Michelina Testa>.
Il prosieguo del testo de “I Venafrani per Venafro”: <Precedenti analoghe istanze -fanno sapere dal movimento- erano rimaste purtroppo senza l’esito sperato, tanto da indurre questo movimento d’intesa con familiari e parenti delle predette vittime a promuovere autonomamente nel 2015 la commemorazione con S. Messa in suffragio nella Chiesa della Madonna del Carmine a Venafro e la deposizione di una corona di fiori al Monumento ai Caduti di tutte le guerre in Piazza Vittorio Veneto, con breve intervento celebrativo dei 18 sfortunati civili.
Per rimediare finalmente a siffatta “assenza” da parte del Comune di Venafro, si chiede la commemorazione ufficiale degli eventi in questione e dei caduti, dandone preventiva comunicazione a familiari e congiunti delle vittime, e se si ritiene anche a questo movimento. Il tutto per ribadire alle nuove generazioni la necessità della pace, della concordia e della collaborazione tra le genti>.