di Redazione
A Campobasso i falsi profughi sono organizzati con bici per rovistare nei cassonetti e prelevare materiali che i cittadini non utilizzano, con il rischio di contrarre malattie.
Mentre le cooperative sorte per l’accoglienza nei piccoli comuni molisani si organizzano con giornate dell’inclusione, per rendere meno penosa la noia dei giovani di colore residenti e nullafacenti da mesi in queste strutture economiche sorte per monetizzare l’accoglienza, nelle città si acuisce di più il senso di oppressione dei cittadini.
In una società molisana forzatamente multirazziale, accettata senza troppi sforzi da una popolazione incline all’ospitalità, al bene comune che accetta tutto con un basso profilo, con bassa reattività sociale, ma a tutto vi è un limite.
Come è possibile che sulla stazione di Isernia a cadenza settimanale vengono fermati dai Carabinieri e dalla Polizia i giovani presunti profughi che spacciano droga?
Chi ha preso in carico questi ragazzi palestrati di colore che da mattina a sera sono i padroni assoluti della stazione ferroviaria, del terminal dei bus, oltre che della villa comunale, non dovrebbero essere controllati, o indirizzati in attività finalizzate all’inclusione, al vivere civile, all’insegnamento di un lavoro, all’utilizzo in lavori manuali temporanei?
Certamente non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ci sono cooperative che rispettano gli impegni assunti per l’inclusione e hanno un rapporto diretto, amichevole, alla pari con gli ospiti, li indirizzano nella vita di comunità, sono trattati benissimo, ma sono mosche bianche e le altre cooperative oltre ad attendere i proventi dello Stato cosa fanno?
Se ci spostiamo nel capoluogo di regione la situazione non cambia, forse è peggiore di Isernia. Campobasso ultimamente sta vivendo un’altra assurdità che riguarda i falsi profughi.
Con bici attrezzate con doppio zaino, uno in bici e uno a tracolla i giovani fusti di colore fanno il giro della città rovistando nei cassonetti della spazzatura alla ricerca di materiali validi per la vendita, alluminio, rame, o cose utilizzabili scartate dai cittadini. Il rischio di contrarre infezioni è alto, ma parrebbe che la risposta a questo controsenso sia stato semplicemente: adesso con la raccolta porta a porta non potranno più farlo!
Siamo alla follia pura, come è possibile un tale lassismo, questi giovani dove risiedono, per quale motivo non sono controllati e si permette loro di svolgere un’attività degradante senza interventi diretti per evitarlo?
Come si sia giunti a tanto degrado senza interventi è la cartina tornasole di una politica sinistra, del vogliamose bene, buonista per convenienza e affari, ma non la beviamo più: Basta!
Si rispettino le regole, mutuate dalla Svizzera, fatevi una vacanza di una settimana a Ginevra a Zurigo per rendervi conto di come si amministra, di come si fanno rispettare le regole e chi sbaglia paga per davvero, senza sconti. Fino a quando non saremo in grado di punire, di far rispettare le direttive pur presenti nel nostro ordinamento giuridico, attraverso le leggi eluse per incapacità, per permessivismo oltre ogni limite ragionevole, allora non andremo avanti in una società che possa definirsi civile.
Si è permesso di invadere l’Italia, il Molise solo per interessi di pochi speculatori ammanigliati con la politica del momento, senza principi, senza un metodo accettabile. Un finto profugo lasciato libero di spacciare droga, di rovistare nei cassonetti, di non fare nulla 24 ore su 24 in una società che non offre nulla. Tutto ciò rappresenta un delitto, un crimine contro il buon senso, contro la popolazione residente.
La speranza concreta nel nuovo governo, affinchè possa esserci una inversione di tendenza al disastro è quella che accompagna nel gradimento totale gli italiani sul duo Salvini/Di Maio che parrebbe stiano mantenendo le promesse. Mettiamo fine a questo degrado ne vale la dignità sia dei ragazzi di colore che di ogni singolo italiano.