Sabato 23 giugno alle ore 17,30 presso la Sala Convegni “Don Antonio Cerrone” in via Sandro Pertini di Torella del Sannio sarà presentato l’ultimo lavoro di Carmen e Wanda Conte.
“Alla riscoperta della memoria perduta – Torella si racconta “ curato da Carmen e Wanda Conte – volume editato da Palladino Editore – è la testimonianza di una comunità desiderosa di emanciparsi dall’invisibilità di cui sentiva essere prigioniera e, in modo corale, ha assunto l’impegno di raccontare a se stessa e, alle nuove generazioni, la propria storia.
“L’intento – come spiegano le Autrici nella premessa – nasce dal bisogno di riscattarci , in un certo qual modo, anche dall’onta che ci coinvolse cento anni fa, quando lo storico molisano Giambattista Masciotta chiese notizie sulla nostra comunità per la realizzazione della sua opera <Il Molise della origini ai nostri giorni>.
Masciotta scrive: <Dal locale parroco non ci è riuscito di avere un sol rigo di risposta alle varie lettere che gli rivolgemmo per conoscere il nome del patrono, l’elenco delle Chiese, la serie degli arcipreti. In quanto alle notizie amministrative, d’ordine strettamente comunale, il Sindaco ebbe a dichiararsi nella impossibilità di fornirne a causa del disordine dell’archivio. Le nostre ripetute istanze ad altri cittadini illuminati rimasero inappagate del pari”.
Ed è così che Torella è rimasta per anni racchiusa nella propria solitudine. Sono state proprio le sorelle, Carmen a Wanda Conte, impegnate lungo il corso della loro esistenza a svolgere il prezioso compito di insegnanti a squarciare il velo della nebbia che ottenebrava la possibilità di conoscere la storia patria ed assumersi il compito di effettuare ricerche. Per anni hanno consultato libri frequentando archivi e biblioteche per ricomporre attraverso preziosi frammenti documentali le origini del luogo natio annoverando tutte le trasformazioni avvenute lungo il corso dei secoli; ripercorrendo la storia, i fatti, le abitudini che hanno dato vita alla costruzione di una identità alla quale con orgoglio sentono di appartenere ma che altrimenti rischiava di andare perduta.
La comunità tutta intera, ancora una volta, si è affidata a loro, alle stimatissime insegnanti Conte, che al confinamento geografico e sociale che condanna molte delle nostre comunità hanno opposto come strumento di libertà e riscatto: il sapere, la conoscenza lo studio. E “Torella si racconta”, prima a quattro, poi a dieci, venti, cinquanta, cento mani: è venuto fuori. Hanno partecipato tutti, ciascuno a proprio modo e con i propri mezzi a questa che può definirsi l’epifania di un popolo che al prezioso valore della memoria affida la speranza di poter sopravvivere .