di Pietro Tonti
“Sto vecchietto dove lo metto, dove lo metto non se sa, me dispiace ma nun ce posto, nun ce posto per carita’”. Domenico Modugno già nel 1977 con la sua canzone “Il Vecchietto” evidenziava le difficoltà a trovare un loculo cimiteriale al Verano (Roma), da allora la problematica si è estesa in tutta Italia e nel Molise la situazione è fuori controllo. Per risolverla ci vorrebbe un impianto di cremazione, ridurrebbe sensibilmente gli spazi e la salma verrebbe custodita in urne funerarie di piccole dimensioni. E allora vi chiederete per quale motivo non si realizza un bell’impianto? un Tempio funerario con annesso forno crematorio?
Ed ecco che viene fuori una realtà oppositiva da rivoluzione francese, dove è facile dire di no a tutto in nome dell’ambiente, della salute pubblica, magari senza approfondire gli argomenti, senza comprendere assolutamente nulla di chimica e fidarsi a naso delle improbabili risultanze negative di inceneritori, pur legali e in linea con le direttive europee. Meglio scaricare su altri le responsabilità e non averle in casa propria, ma quali le proposte alternative ad un problema grave? Nessuna.
E’ quanto emerso nella discussione animata a Sant’Agapito per la proposta di realizzare un impianto di cremazione. Il Molise non ha un impianto per cremare i propri defunti che esprimono la volontà di essere cremati.
Una difficoltà ben nota a chi ha avuto a che fare con la morte di un proprio caro. Un nervo scoperto per le amministrazioni dei 136 comuni molisani, le quali sanno che la risposta alle richieste di loculi, non la si riesce a dare se non si ha a disposizione un tempio per la cremazione. Per soddisfare questa esigenza bisogna recarsi in Campania nel comune di Domicella (AV) dove insiste un impianto all’avanguardia per la cremazione, o in altri centri molto distanti dalla nostra regione.
Certamente un impianto di cremazione viene visto come una zecca incarnata in una gamba, forse nemmeno per l’impatto ambientale e per i relativi fumi che le nuove moderne tecnologie riescono ad abbattere, immettendo nell’atmosfera solo calore, ma è il senso stesso di avere un impianto che tratta la morte, nell’immaginario collettivo non possiamo fare a meno di pensare ai lager nazisti e ai forni crematori, ma è importante oggi più che mai avere a disposizione un impianto di questo tipo anche nella regione Molise.
Possiamo evidenziare senza temi di smentita le difficoltà attuali nel reperire un loculo in un cimitero. Quando si tratta di seppellire un caro, ecco mille difficoltà a reperire un cimitero in grado di far appoggiare un morto. Isernia è una di quelle città in cui il problema si sente nella sua reale criticità, a cui non si riesce a far fronte, nemmeno con la costruzione di un’altra ala cimiteriale. La popolazione anziana sempre in aumento, non agevola il compito degli amministratori, castrati da una richiesta sempre maggiore di loculi.
Stessa situazione in altre città molisane come il capoluogo di regione, cimiteri pieni e mancanza di posti, ma anche stessa situazione per quanto concerne la realizzazione di un inceneritore crematorio.
Solo la paventata realizzazione di un forno crematorio presso il cimitero di Santo Stefano, ha portato la città in subbuglio. Insomma, nessuno vuole nel proprio orto la talpa, ma il problema resta e prima o poi pur una decisione bisogna prenderla, e dovrà essere favorevole per adottare un necessario, quanto normale impianto di cremazione.
Se l’idea progettuale e imprenditoriale, partisse dal Molise e fosse gestita da molisani andrebbe sicuramente meglio. Nella regione in cui accettiamo e promuoviamo le idee da imprenditori esterni e holding speculative, sarebbe anche il caso che un impianto fosse promosso e realizzato da chi nel Molise ci vive e vuole svilupparlo, rispetto a chi in questa terra verrebbe solo a trarne i frutti standosene al di fuori. Sarebbe certamente una maggiore garanzia per associazioni, comitati, partiti e unità locali di sicurezza per il territorio, per il pieno rispetto delle regole ambientali: chi vorrebbe il male per i propri figli?