In tanti, sia di Venafro che dei centri limitrofi, stanno visitando in questi giorni la suggestiva Palazzina Liberty della città, che si specchia nel laghetto di Corso Lucenteforte e che finalmente è tornata a nuova vita a seguito di intervento di risanamento e ristrutturazione su finanziamento della Regione Molise.
Lavori che hanno dato nuovo lustro e splendore all’immobile, oggi centro polifunzionale a servizio della collettività ed edificato ai primi del secolo scorso in stile architettonico liberty, dal che la denominazione dell’edificio. Inizialmente sede dell’allora Società Meridionale Elettricità per la produzione privata di energia idroelettrica stante l’abbondante risorsa idrica della zona, prima della cessazione di tale attività a seguito della nazionalizzazione del settore, venne quindi adibita ad utilizzi vari, divenendo tra l’altro sede cinematografica con la denominazione di “Cinema Aurora”.
Caduta in disuso e letteralmente abbandonata, negli ultimi anni veniva addirittura utilizzata per il suo … incendio artistico tramite i fuochi pirotecnici all’interno ed all’esterno in occasione della festa della Madonna del Carmine a metà luglio. Oggi, come detto, la struttura è stata recuperata ed in tanti amano visitarla ed ammirarne gl’interni per ricordare com’era e verificarne le novità strutturali, che l’hanno in buona parte trasformata.
Tra le cose rimaste e conservate com’erano da segnalare soprattutto turbine, impianti e servizi per la produzione trascorsa di energia idroelettrica, mentre tra le novità piacevoli che la nuova Liberty accoglie vanno segnalate due mostre in particolare : i volti e la gente di Venafro dai click fotografici di Franco Di Stazio, fotoamatore venafrano, e dalla matita di Carmine Passarelli, dipendente comunale col “pallino” del disegno.
Mostre pregevoli ed assai significative, rappresentandoi una bellissima e suggestiva carrellata storica di personaggi venafrani immortalati da Passarelli e Di Stazio perché restino nella mente e nei ricordi di tutti. Tra tanta “compaesanità” segnaliamo Zio Lorenzo, contadino dei tempi andati con tanto di “ruota” addosso (il cappotto popolare del passato) impegnato in un’avvincente partita a scopa con un coetaneo seduti su una pietra dinanzi al fondaco, la rimessa degli animali del tempo, l’indimenticabile “Arcaro” immancabilmente fermo in strada al Mercato e pendente in avanti, il buon Mario, da poco scomparso, Lucia, infaticabile “vachiatrice” (raccoglitrice di olive) e tant’altra gente di Venafro. Volti, atteggiamenti ed espressioni significativi che hanno fatto la storia popolare della città e che sono sempre nei ricordi di tanti.
Tonino Atella