I consorziati, cioè gli iscritti negli elenchi contributivi del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, esprimono giudizi non proprio lusinghieri nei confronti dell’ente di via Colonia Giulia, istituzionalmente preposto a manutenzione e gestione di strade, fossi e tant’altro della bonifica, ma soprattutto all’erogazione idrica per l’irrigazione di campi e colture in modo da sostenere e favorire le attività agricole e l’economia collegata. “Il Consorzio -dichiarano tanti contribuenti- continua ad assumere determinazioni che non riteniamo in linea con le attese dell’utenza. Sono proprio di questi giorni talune iniziative dell’ente, diffuse tramite pubblici manifesti o recapitate per posta a casa di tanti di noi consorziati con lettera raccomandata, che non ci trovano affatto d’accordo. La prima riguarda il sollecito, con tanto di manifesto pubblico affisso sull’intero territorio consortile che va da Sesto Campano a Montaquila passando per Pozzilli e Venafro e sul quale campeggia la scritta “Ultimo avviso per mettersi in regola coi pagamenti” , affinché i morosi coi versamenti consortili annuali si mettano in regola coi pagamenti, pena l’interruzione dell’erogazione idrica per irrigare campi e colture, con conseguenti danni per l’economia di settore. Al riguardo è necessaria una puntualizzazione : assolutamente d’accordo su tale preciso dovere da parte dei consorziati che sin qui hanno ricevuto dall’ente l’acqua per irrigare campi e colture senza corrispondere gli oneri dovuti per il servizio ricevuto. E quindi piena condivisione circa il sollecito consortile perché i morosi paghino. Ma come si fa a chiedere denaro anche a chi non riceve alcunché dall’ente, non ricadendo le loro proprietà in zone agricole bensì risultando urbanizzate da decenni tant’è appunto la mancanza di erogazione di servizi di sorta da parte del Consorzio di Bonifica ? La sospensione dell’erogazione idrica ai consorziati che da anni non ne ricevono, non avendone affatto bisogno ? Ma che vuole che interessi a tanti di costoro non serviti più dall’ente di via Colonia Giulia se viene loro tagliata, interrotta l’acqua consortile che nelle loro proprietà non arriva più da anni !”. L’altra questione, soggetta ad ennesime osservazioni da parte dei consorziati : le raccomandate postali, con spese di notifica a carico dei contribuenti, per sollecitare pagamenti contributivi pregressi. Ed anche in questo caso le critiche di tanti consorziati non si lasciano attendere : “Ribadito -affermano questi- che se non si è pagato per un servizio ricevuto è doveroso farlo e risulta quindi plausibile la richiesta del Consorzio per riscuotere i pagamenti contributivi pregressi, va detto che in molti casi a verifiche avvenute i versamenti risultano effettuati, anche a prescindere se si ricevono o meno servizi, per cui il consorziato non deve alcunché. Trattasi cioè, è lecito pensare, di disguidi tecnici nella registrazione dei versamenti o altra causa di cui il consorziato in regola non ha colpa alcuna. La conseguenza, negativa per finanze ed operatività dell’ente e quindi per gli stessi consorziati, è che il Consorzio è tenuto a fronteggiare le spese postali delle raccomandate senza possibilità di recuperarle. Nel frattempo, cosa gravissima, il privato si sente “bussare” a soldi, pur non dovendo alcunché !”.
Tonino Atella