In data 16 marzo veniva tratto in arresto F.G. di anni 56 per i reati di evasione ex art. 385 c.p.

in quanto persona sottoposta alla misura della detenzione domiciliare e 336 e 337 c.p. violenza

e resistenza a P.U.

Nel corso del servizio di istituto finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati in genere,

personale dipendente interveniva, su richiesta al 113 per persona in stato di escandescenza, in

questa via R. Sanzio ove era presente F.G. in evidente stato di alterazione che urlava ed imprecava

contro un altro condomino del palazzo, al momento assente. L’uomo, alla vista degli operatori si

scagliava contro di loro nel tentativo di colpirli, ma senza riuscirvi. Data l’esagitazione della

persona ed il notevole afflusso di persone e curiosi nel frattempo radunatisi nei pressi del palazzo,

veniva inviata un’altra pattuglia che, in ausilio alla prima, cercava di far ragionare l’uomo il quale

dichiarava apertamente di voler essere arrestato e di non voler rientrare in casa in quanto, a suo dire,

se fosse rientrato nel palazzo avrebbe sgozzato il condomino e poi si sarebbe impiccato. Nonostante

i tentativi di riportarlo alla calma, G.C. si scagliava contro due degli operatori colpendone uno alla

spalla con un pugno e tentando di colpire anche l’altro che nel frattempo era intervenuto per

respingere   la   violenza.   Per   tali   azioni,   tenuto   anche   conto   dei   precedenti   di   Polizia   specifici​

dell’aggressore, veniva tratto in arresto e subito condotto presso l’ospedale “Veneziale” per essere

sottoposto   a   visita   psichiatrica   in   quanto   perdurava   lo   stato   di   agitazione   con   minacce   e

comportamenti alterati. I sanitari escludevano il ricovero e, una volta avvisato il P.M. di turno, la

persona veniva tradotta in carcere. Nella mattinata odierna veniva revocata la precedente misura

della detenzione domiciliare permanendo lo stesso in carcere a disposizione dell’A.G. competente. I

due operatori, successivamente sottoposti a cure mediche presso il locale nosocomio, riportavano

lesioni giudicate guaribili in 8 giorni il primo e 6 giorni il secondo