di Pietro Tonti

Brillante operazione della Polizia di Stato che ha sgominato un’associazione a delinquere finalizzata all’usura ad Isernia. Bene tutto lodevole, tutto straordinario come inchiesta e intervento atto a stroncare gli illeciti.

Una considerazione bisogna farla in un contesto di una piccola realtà isola felice nel passato divenuta terra di nessuno negli ultimi 20 anni.

Se un’organizzazione a delinquere si crea per prestare soldi a strozzo è sicuramente vero che la disperazione della gente, dei commercianti è giunta ad un punto tale da poter avere solo la chance, quella  di rivolgersi all’usuraio di turno per avere la possibilità di denaro per realizzare un proprio obiettivo o una propria esigenza familiare, come curare un proprio caro.

Siamo quindi giunti alla follia assoluta.

Le decine di banche sul territorio, sappiamo che certo non aiutano l’economia, senza tema di smentita possiamo affermare che la distruggono, più che avvantaggiarla.

Provate ad aprire un’attività economica, ad avere l’esigenza di un prestito senza una busta paga, un lavoro. Provate ad inaugurare un’attività commerciale e a chiedere un fido in banca, qualunque operatore allo sportello, senza l’intervento del direttore vi dirà che devono passare almeno due esercizi commerciali in attivo (due bilanci, due anni) per poter accedere ad un’apertura di credito.

In un clima di totale destabilizzazione del lavoro, con un precariato senza limiti, con le filiere distrutte negli ultimi anni e le centinaia di posti di lavoro mancanti su un territorio di per se già “sfigato per antonomasia” è normale che l’unica soluzione per chi è alla canna del gas, ha un’attività commerciale che stenta a sopravvivere, con le tasse che ammazzano prima ancora di aprire una partita iva, debba rivolgersi in “extrema ratio” all’usuraio per tentare di farcela.

Mancando le istituzioni, il credito bancario; trovando delle difficoltà inenarrabili nel sopravvivere, in un contesto dove il “no” è stampato a caratteri cubitali nella mente di chi fa impresa per il diniego dei diritti elementari, mentre i doveri verso il fisco devono essere rispettati altrimenti scattano le esecuzioni forzate, ti chiudono i conto correnti e la sequenza del disastro porta irrimediabilmente nelle mani della delinquenza comune.

In un contesto di estrema povertà, non dobbiamo stupirci dell’insorgere di organizzazioni adite allo strozzo, si, ottima la repressione, l’arresto e le giuste condanne, ma è un male come il cancro, inutile curare l’effetto, bisogna curare le cause che lo generano altrimenti il fenomeno non si arresta.

Non ci resta che puntare  sulle cipolle isernine, se ancora in produzione, affinchè possano concedere lavorandole, almeno il disonore del pianto.