Secondo l’ISTAT a novembre la stima degli occupati in Italia torna a crescere (+0,3% rispetto a ottobre, pari a +65 mila). Il tasso di occupazione sale al 58,4% (+0,2 punti percentuali).La crescita dell’occupazione nell’ultimo mese interessa entrambi i sessi e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Risultano in aumento i dipendenti, sia permanenti sia, in misura maggiore, a tempo determinato, mentre sono in lieve calo gli indipendenti. La stima delle persone in cerca di occupazione a novembre diminuisce per il quarto mese consecutivo (-0,6%, -18 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta all’11,0%, (-0,1 punti percentuali rispetto a ottobre), mentre quello giovanile cala al 32,7% (-1,3 punti).
“I dati congiunturali e tendenziali, a livello nazionale, degli indicatori del mercato del lavoro– fa notare Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – sono complessivamente positivi a novembre. Ma non ci sentiamo di dire che tutto va bene. Infatti, osservando la composizione della qualità della crescita occupazionale e le fasce di età interessate, i numeri diventano meno incoraggianti: i lavoratori con occupazione temporanea hanno registrato un aumento 9 volte maggiore di quelli occupati a tempo indeterminato, rispetto allo stesso mese del 2016. È in flessione la componente di occupati tra i 35-49 anni che non beneficiano di alcun incentivo e si registra una forte crescita dei disoccupati over 50, forse dovuta a una difficile e lunga fase di ricollocazione nel mercato del lavoro.”
Due le proposte della UIL per il governo di queste dinamiche a livello nazionale: “Occorre innanzitutto rendere ancora più oneroso il contratto a tempo determinato. È questa la strada per avere un’occupazione di qualità, dopo le tante riforme che hanno interessato questa tipologia contrattuale e gli ingenti incentivi per incoraggiare le assunzioni a tempo indeterminato. Nel futuro sarà inoltre opportuno diminuire, in maniera strutturale, anche il costo dei contratti permanenti.”
E, dalla Boccardo, altre analisi e suggerimenti per il livello regionale. “Da noi troppi ragazzi sono ancora a spasso e, con loro, molti ultracinquantenni che, usciti dal mercato del lavoro, non hanno modo di rientrarvi (e, nel frattempo, gli ammortizzatori sociali stanno scadendo e l’agognata pensione è ancora troppo lontana). Qualcosa di più e di meglio dei tirocini formativi occorre fare (non fosse altro per evitare che diventino aree di parcheggio), serve qualcosa di più incisivo degli incentivi per l’auto imprenditorialità: non tutti, nemmeno i giovani, crescono con la vocazione a mettersi in proprio. Occorre, poi, porsi il problema dei “non più tanto giovani ma non ancora abbastanza anziani” che stanno diventando la vera emergenza occupazionale e di disagio per le loro famiglie (molti hanno figli minorenni o studenti…). Sono persone con esperienze lavorative, con capacità professionali che sono sprecate. Incentivare la creazione di cooperative di produzione? Coinvolgerli, da parte dei comuni, nei lavori utili per le loro collettività? Specifici incentivi alimentati con risorse regionali? Qualcosa si dovrà pur fare, non possiamo girare la testa dall’altra parte, di fronte alle emergenze che gli ultra cinquantenni ci rappresentano.”
“E poi, secondo la UIL: interventi per la stabilizzazione dei troppi precari (migliaia nelle pubbliche amministrazioni locali), passaggio dei tanti interinali alle dipendenze dirette dell’azienda che ne fruisce, sollecitazioni per la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti stabili (anche nelle aziende private non si può pensare che i lavoratori sono da occupare soltanto quando ce n’è bisogno, nei picchi di produzione stagionali, per disfarsene subito dopo).”
“Se, secondo l’ISTAT, le cose vanno globalmente un po’ meglio, è questo il momento della creatività, per costruire ancora più opportunità di lavoro, ma davvero per tutti, ma davvero di qualità e di prospettiva.”Questa la sollecitazione del sindacato di via Crispi, questa la aperta sfida alla politica molisana che fra poco porta tutti alle urne.