“Far passare i vantaggi dell’Area di Crisi Complessa come la panacea dei mali del Molise, significa ledere la dignità di tante persone che auspicano interventi immediati a risollevare le sorti di una regione messa in ginocchio dal pressapochismo e da scelte poco efficaci. Un quinquennio perso perché, a mio avviso, non si è voluto pensare, per davvero, alle reali esigenze dei territori e di quello che il Molise è in grado di offrire. Le azioni messe in campo, fino a un certo punto del percorso politico-amministrativo, sono state accantonate dal Governatore Fattura, limitando le azioni riguardanti gli investimenti diretti della Regione in favore delle aziende con misure di accompagnamento e incentivazione che hanno determinato effettivi e immediati vantaggi oltre alla creazione di nuove realtà produttive. In questo ultimo periodo non si è parlato né adottato alcun provvedimento relativo alla rendicontazione e all’utilizzo dei fondi europei utilizzabili in modo più tempestivo ed efficace e che possono favorire la ripresa. Ciò proprio per l’urgenza di rilanciare lo sviluppo della produttività in questo momento difficile. Un efficace utilizzo di questi fondi strutturali potrebbe contribuire a mitigare gli effetti della crisi economica sul tessuto imprenditoriale locale, rilanciando le prospettive di crescita e la demagogia inutile e dannosa non deve essere il freno alle possibili soluzioni per uscire da questa situazione. Si investa nell’innovazione e nella ricerca, coinvolgendo i giovani nelle iniziative capaci di allargare i confini territoriali del Molise, si mettano a disposizione risorse nell’internazionalizzazione delle imprese locali, nelle reti d’impresa, per farci diventare un territorio ricettivo per chi intende provare a investire sulle nostre capacità. Inventiamoci i poli delle eccellenze agroalimentari, anche riconvertendo quella parte d’industria molisana che è andata distrutta, collegandola con ciò che di buono riescono a dare la nostra agricoltura, la geografia del Molise e la storia di questa regione. Non si può pensare di mettere a disposizione 15 milioni di Euro per investimenti che nella grande maggioranza delle richieste pervenute, migliorano solo i processi lavorativi delle aziende, lo spirito della Legge che finanzia le Aree di Crisi, è un altro: l’incremento dell’occupazione. Bene, allora l’Area di Crisi, ma dalla graduatoria appena pubblicata, si evince che un posto di lavoro vale più di 100 mila Euro. Mi sembra un eccesso! Senza giudicare, dico: la storia passata ci ha dato una lezione che ancora stiamo pagando, bisogna lavorare perché si arrivi al Molise del futuro senza dover contare il numero di giovani costretti ad emigrare, lavorare per un Molise del futuro che veda le attività artigianali proliferare nelle aree interne, diventando il volano della crescita di questa regione. Non è facile ma doveroso otre a esserre un dovere preciso a cui non si dovrà mancare.”