E’ notoria la ricca storia antica di Venafro, città che i nostri padri culturali romani tanto prediligevano per la mitezza del clima, la bontà e la ricchezza delle acque sorgive e della terra, e quindi per colture e prodotti quanto mai prelibati ed assai ricercati, l’olio in primis. Da tanto scaturiva la vicinanza sociale ed umana dell’Antica Roma, con personaggi importanti dei millenni andati che hanno soggiornato ed hanno scritto di Venafro per le tante positività appena enunciate. La piccola colonia della Gens Julia cioè assai prediletta per quanto di buono aveva ed offriva. La prova di ciò che si è appena scritto ? Basta soffermarsi sulla ricchezza delle testimonianze storico/artistiche risalenti all’Antica Roma e presenti oggi a Venafro e dintorni per affermare in tutta tranquillità e sicurezza che questo estremo lembo ovest dell’attuale Molise era ambitissimo nei millenni trascorsi e i potenti tra gli antichi romani vi si fermavano e vi vivevano ben volentieri. Nel merito basta citare le famose Terme di Agrippa, personaggio influente dell’Urbe, che sorgevano nel sito solfureo lungo il fiume Volturno in territorio comunale di Pozzilli (Terme purtroppo oggi di fatto cancellate e scomparse sotto l’incalzare del tempo e dell’incuria umana) e soprattutto la ricca testimonianza storico/artistica offerta da Venafro, principalmente con il Teatro Romano e le annesse Terme di S. Aniello, situate alla periferia ovest dell’abitato, là dove cioè risiedeva la gens patrizia dell’epoca. Un teatro in una importante ma piccola colonia dell’antica Roma ? Evidentemente erano diverse migliaia i residenti dell’epoca e soprattutto era vastissima la società patrizia venafrana dei millenni andati, se è vero come è vero che il teatro era luogo di svago ed attrazione per le classi più importanti. La presenza di un teatro dalle dimensioni considerevoli nella Venafro dei Cesari sta cioè a significare che la classe patrizia locale ai tempi dell’Urbe era tanto numerosa da richiedere appunto la presenza di un teatro. Bene. E lo stato attuale di tale imponente Teatro Romano, con annesse Terme di S. Aniello ? Robusti cancelli con catene e lucchetti altrettanto ferrei ne sbarrano ogni ingresso, ne impediscono purtroppo l’accesso a visitatori, studiosi, ospiti e forestieri ! Tutto è off limit in zona e a quanti vorrebbero vedere, ammirare e visitare non resta che restare attaccati a tali cancelli, ma dall’esterno. Non si entra, forse perché si è in attesa del completamento del pieno recupero di siffatte preziose testimonianze. Il guaio è che tale recupero è fermo da un buon ventennio( forse anche di più !) e all’orizzonte non s’intravedono iniziative e principalmente fondi per far ripartire i cantieri ed ultimare quanto iniziato e non più concluso. Ed allora la domanda : alla luce dell’accertata e notevole importanza della Venafro dei Cesari e delle ricchissime testimonianze storiche ed artistiche disseminate sul territorio (ricordiamo per tutte la splendida Venere, pietra pregevole che racconta tutta la bellezza delle venafrane del tempo !) non è il caso che Regione Molise, Provincia, Comune, Polo Museale, Ministero e quant’altri si adoperino congiuntamente per sottolineare tutti assieme le preziosità storiche che questa terra conserva e di riflesso l’urgenza di ultimarne una volta per tutte il recupero, risollevandole finalmente dall’oblio e dalla polvere che da tempo le ricopre ? A chiederlo sono soprattutto le nuove generazioni che vorrebbero “ritrovare” i loro antichi padri, tornando sulle loro sapienti orme che l’uomo moderno ha purtroppo colpevolmente cancellato.

Tonino Atella