Carmen Veneziale (Isernia 1986)
Ha frequentato l’istituto d’arte statale di Isernia acquisendo la maturità quinquennale
nell’anno 2005.

Dipinge per amore dell’arte e non segue tecniche di artisti affermati o scuole di pensiero.

L’arte, per lei, è la massima espressione della sua libertà. Condivide
la definizione di arte espressa dal pittore D. Massimiani “L’arte per il pittore è l’incontro
con se stesso è il tormento dell’ io in tumulto”.

Traduce in arte pittorica le emozioni che vive interiormente e che diversamente
rimarrebbero inespresse.

La sua prima ispirazione, dunque, è se stessa attraverso la
realtà che vive e che le genera energia su temi che spaziano dall’amore per la vita
all’incanto della natura, dagli enigmi dell’uomo alle risposte spirituali insolute, dal
sogno all’inconscio.

Ama creare la sua arte nel silenzio del luogo ove vive, in solitudine
e in contraddittorio con se stessa.

Dipinge su qualsiasi cosa e con qualunque mezzo,
per lei non vi sono mezzi specifici: tutto è buono per creare arte.

Due delle sue creazioni
sono state esposte alla mostra internazionale di arte contemporanea SALERNO 2017.

 

 

Titolo dell’opera : L’Equitazione
Anno : 2017
Formato : 60 x 80
Tecnica : olio su tela integrato con inchiostro di china
Artista : Carmen Veneziale

L’Artista

Per Giovanni Fattori e Giovanni Segantini (XIX sec.), l’immagine del “cavallo” è
sicuramente metafora della storia umana, paradigma della vicenda personale di
ciascuno. Probabilmente lo è anche per l’artista Veneziale, autrice di quest’opera, ma
non spetta a noi affermarlo.
Di sicuro possiamo esprimere ciò che, essendo rilevabile dal disegno artistico, è
incontrovertibile e cioè la rappresentazione di un “legame sfuggevole “di due amanti
che pur abbracciandosi schivamente (solo con un braccio e di lato) sono proni a distaccarsi.
Continuando nell’analisi visiva, evidenziamo ancora.
E’ meraviglioso notare che i due cavalli fermi, pur orientati in direzioni opposte, si
completano figurativamente attraverso l’interposizione mutuante ed inversa degli arti
– da anteriori a posteriori e viceversa – e che, contemporaneamente ed unitamente
alla linearità del loro corpo dorsale, originano la seduta degli amanti: punto di energia.
Nell’estro emotivo e onirico dell’artista tutto questo sicuramente non è casuale, perché
è mosso dalla stessa forza emozionale che gli amanti sprigionano nel gesto affettivo.
Sinuosità geometriche, leva ed energia sono così magnificamente esposte
artisticamente dall’autrice. L’unione delle entità figurative rappresentate è “sigillato”
dalle briglie unite dei due cavalli; “patto” avvenuto con la retro presenza della
montagna (altra autorevole passione), unica testimone silente.
Per Freud, Il cavallo, rappresenta l’energia vitale, una forte voglia di vivere, un bisogno
di libertà di movimento di fronte ad una vita troppo monotona.
Qui, l’opera della Veneziale, esprime tutti questi bisogni. Quindi, nel suo insieme, essa
individua attraverso il soddisfacimento di emozioni interiori e di affettività inespresse o
vissute, i propulsori di energia per il cambiamento di una esistenza della quale, ogni
uomo, avverte un gran bisogno di viverla pienamente nella propria libertà spaziale.
L’uso di colori con forti tonalità indica la “voce” forte ed emozionale che irrompe dal
quadro per trasmetterla a chi lo guarda e ammira attentamente.