di Pietro Tonti
Ieri sera riunione di maggioranza in vista del Consiglio regionale di oggi in cui in discussione, in seduta monotematica, vi sono le procedure concorsuali attivate dalla regione Molise.
In questi giorni si sono susseguite delle voci su ipotetici passaggi a sinistra di almeno un paio di consiglieri regionali che avrebbero di fatto messo in minoranza l’amministrazione Toma e avviato l’iter delle elezioni anticipate in regione. Si è trattato naturalmente di una Boutade, un’ipotesi da archiviare sul nascere. Ascoltando alcuni consiglieri regionali, l’ipotesi certa e accreditata è quella che nessuno ha la volontà dell’attuale maggioranza di passare dall’altra sponda e rimettere in mano agli elettori la decisione di un nuovo esecutivo.
Nemmeno le contestatrici, Calenda e Romagnuolo, nel momento in cui si palesasse l’idea di mettere loro davanti un foglio per firmare le dimissioni, lo farebbero. Nemmeno Iorio, tra i massimi detrattori in maggioranza dell’attuale esecutivo, avrebbe la forza di interrompere qui il suo mandato.
Qualcuno recrimina al presidente Toma la sua veste tecnica e non politica che lo vedrebbe agire non nel rispetto degli eletti, ma nel contesto di scelte poco opportune proprio dal punto di vista politico, ma ripetiamo, a parte questa critica, che potrebbe essere anche pertinente con la natura del presidente spiccatamente da commercialista, come egli è, nessuno al momento è dell’idea di metter fine all’attività amministrativa.
Qualora ci possa essere una maggioranza che decida di mettere la parola fine all’attuale mandato, la scelta sarebbe decisa con l’accordo concertato da diversi esponenti del centro destra e mai con un passaggio a sinistra, almeno questi gli umori rilevati nelle ultime ore.
Certamente i malumori ci sono, come in ogni famiglia, anche le più rispettabili, ma da questo al divorzio è attualmente impensabile. In questo momento storico, è assolutamente improbabile che avvenga un qualcosa che possa stravolgere l’attuale status regionale, non solo per il lauto stipendio, ma anche per l’improbabilità che gli attuali consiglieri possano di nuovo rivestire il loro attuale ruolo.
Nel momento in cui le carte si dovessero rimischiare, per una nuova tornata elettorale per le regionali, anche i soliti nomi portatori di voti, potrebbero avere difficoltà ad essere rieletti, figuriamoci chi magari per la prima volta ha avuto la fortuna di sedere su una poltrona in consiglio regionale.