Autorità, illustri ospiti, cari colleghi e amici, grazie per essere intervenuti alla ricorrenza del 209° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri in questa splendida cornice che come potete vedere non ha bisogno di ulteriori aggettivi. Rivolgo un profondo ringraziamento al Prefetto di Isernia, Dott.ssa Franca Tancredi, chiamata a rappresentare in questa Provincia il Governo Nazionale, per la sua costante opera di indirizzo e l’equilibrio con cui autorevolmente presiede il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, punto focale di un sistema moderno, condiviso, democratico, del quale è chiamata ad interpretare l’insostituibile funzione di coordinamento della politica di sicurezza; esprimo la mia gratitudine per la loro preziosa presenza a tutti i Sindaci della Provincia. Un forte segno di riconoscenza va alla padrona di casa, il Sindaco di Castelpetroso, Dott.ssa Michela Tamburri, al Vicario Episcopale, Don Fabio Di Tommaso, e a Cristina Forte, la continua disponibilità e l’infinita pazienza mostrata nei miei confronti hanno permesso una perfetta organizzazione della cerimonia.

Indirizzo un sentito cenno di riconoscenza all’Onorevole Elisabetta Lancellotta, all’Onorevole Aldo Patriciello e ai rappresentanti della Regione, la vostra presenza conferisce ancora maggior lustro e prestigio alla cerimonia odierna, testimoniando concretamente la vicinanza delle più alte Istituzioni all’Arma. Al Procuratore della Repubblica di Isernia, Dott. Carlo Fucci, punto di riferimento di noi Carabinieri e motore del nostro agire quotidiano al servizio della Giustizia, e a tutti i magistrati impegnati nel circondario esprimo i miei sentimenti di gratitudine per la costante e proficua collaborazione instaurata, tesa ad assolvere le delicate funzioni di polizia giudiziaria a cui siamo chiamati.

Sentimenti di straordinaria considerazione voglio inviare ai colleghi delle altre Forze di Polizia, che con Noi Carabinieri condividono tensioni e sacrifici. Abbiamo lavorato in grande armonia, nel comune intento di servire il cittadino singolarmente e la collettività nel suo insieme; in particolare, al Signor Questore, amico e attento interprete del prestigioso ruolo rivestito, sempre nel più convinto e leale rispetto delle altrui prerogative; al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, con il quale intercorrono quotidiani momenti di proficua collaborazione e affiatamento, e ai colleghi Comandanti dei Vigili del Fuoco e dei Reparti Carabinieri Forestali, la vostra incessante collaborazione è stata per me preziosissima.

Un caloroso benvenuto rivolgo ai rappresentanti degli organi d’informazione, che ringrazio per il loro indispensabile sostegno al servizio istituzionale.

I colleghi dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’ANFOR meritano una menzione speciale, grazie per il vostro continuo affetto che ci fortifica e per i vostri consigli che ci guidano quotidianamente; alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e ai loro Labari partecipo la mia riconoscenza per aver voluto rinnovare sentimenti di stima e apprezzamento verso l’Istituzione.

Un saluto particolare agli alunni di Castelpetroso, oggi a questa ricorrenza dotati di tanti piccoli tricolori per vivere insieme a noi un momento inusuale che sono certo costituirà un ulteriore tassello del loro percorso formativo di giovani cittadini; se “l’educazione è il pane dell’anima”, come ebbe a dire Mazzini, possiamo tranquillamente affermare che i ragazzi presenti, grazie anche alla sensibilità degli insegnanti, hanno intrapreso un percorso che porta ad una cultura che educhi alla consapevolezza dei propri doveri e alla solidarietà reciproca.

L’Arma compie 209 anni e con l’odierna cerimonia si ripete la tradizione di ricordare e onorare i valori, le gesta, gli uomini e le donne che appartengo alla nostra Istituzione; dunque non una festa, bensì un doveroso momento di sintesi, di riflessione e riconoscenza dedicato agli sforzi ed ai sacrifici degli appartenenti all’Arma, sacrifici compiuti, a volte, anche sino alle estreme conseguenze. Il mio commosso pensiero è quindi rivolto a tutti i Carabinieri caduti nell’adempimento del dovere, esprimendo alle vedove ed ai familiari delle vittime della Provincia di Isernia i miei più profondi sentimenti di comprensione, vicinanza e partecipazione. Dulce et decorum est pro patria mori – È dolce e dignitoso morire per la patria, diceva Quinto Orazio Flacco, è sicuramente vero, ma l’esempio che ci tramandano questi caduti è forse ancor più importante dell’atto stesso. Ne sono testimonianza le ultime operazioni di salvataggio svolte dai Carabinieri in Emilia Romagna, dove hanno senza esitazione messo a repentaglio la loro vita; ed è lì, sempre presente ad imperitura memoria, il sacrificio del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, del quale quest’anno ricorre l’80° anniversario, in corrispondenza dell’inizio della Guerra di Liberazione. Solo ricordando il passato possiamo farne tesoro per il futuro, l’Arma dei Carabinieri non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri fondatori e dai nostri predecessori, ma è in prestito da chi ci succederà. Siamo coscienti della nostra identità e avvertiamo fortemente l’obbligo morale di preservarla e conservarla traendo linfa e sprone dal patrimonio di valori derivanti dalle nostre secolari tradizioni che si fondano anche sulla sintonia con la gente e il territorio. Gli uomini e le donne dell’Arma, con la loro abnegazione, sono e saranno, ad un tempo, certezza del presente e garanzia per il futuro della Nazione.

Ben 209 anni, più di due secoli, nel corso dei quali una innumerevole schiera di militari dagli alamari d’argento, in silenzio, con grande sacrificio ma anche con immenso entusiasmo, encomiabile spirito di servizio e granitica fedeltà al giuramento prestato, hanno avuto sempre un unico punto di partenza: compiere il proprio dovere; il dovere di onorare la vita, di aiutare i deboli, di rispettare e far rispettare le leggi, di difendere le istituzioni, di onorare la patria. 209 anni nel corso dei quali i Carabinieri, rinnovandosi quotidianamente nel pieno rispetto delle loro tradizioni, hanno cercato con ogni energia di non deludere le attese dei cittadini che hanno sempre visto in loro un baluardo di uomini motivati e professionalmente capaci di contrastare con efficacia il crimine in ogni sua forma. D’altronde, la nostra bussola etica, i punti cardinali ai quali ci ispiriamo, in tutti questi anni non è mai cambiata. Quattro i principi che resistono al tempo, la nostra intoccabile militarità, intesa come rispetto delle tradizioni, del vincolo gerarchico, dell’esempio di chi ci ha preceduto; la nostra competenza, sempre al passo con i tempi e che si estende su campi che travalicano spesso le attribuzioni di polizia giudiziaria; il coraggio, testimoniato dagli innumerevoli quotidiani episodi di piccolo o grande eroismo, e l’umiltà, prerogativa essenziale per essere d’aiuto a tutta la popolazione, in particolar modo ai cosiddetti ultimi che, sovente, per noi, sono invece i primi. Il ruolo autentico del Carabiniere, in sintesi, è semplicemente un’incessante e imperterrita dedizione quotidiana, un complesso di azioni e sentimenti, che conduce ad un’unica meta: l’obbligo di servire i cittadini, sempre, comunque e a qualsiasi costo.

Chi vi parla ha avuto l’onore di frequentare un istituto di formazione che quest’anno compie ben 236 anni di storia, la Scuola Militare Nunziatella, il cui motto più celebre è “Essere più che sembrare”; a questo anche noi Carabinieri ci ispiriamo, coltivare e alimentare una vera e autentica cultura dell’essere che deve sempre prevalere sull’apparire. In piena era di social network questa manifestazione d’intenti potrebbe sembrare anacronistica, un vano proclama propagandistico, ma così non è. Sono sempre più noti i piccoli episodi quotidiani, non pubblicizzati dall’Arma, dei quali fa notizia l’intenso rapporto empatico dei Carabinieri con i cittadini, i gesti di spontaneo altruismo che potrebbero ritenersi normali solo tra consanguinei, ma che ormai rientrano nella nostra consuetudine. A questo tende anche il nuovo corso della comunicazione istituzionale sempre più proiettata a notizie che possano essere utili alla collettività piuttosto che narrare e particolareggiare operazioni di polizia giudiziaria solo per mettere in luce le nostre abilità investigative.

Per questo motivo non elencherò pedissequamente quanto fatto dal punto di vista preventivo o repressivo, ma dirò, in breve, perché i cittadini pentri, vista anche l’estrema sinergia con le altre Forze di Polizia, possano ritenersi al sicuro. In questo ultimo anno infatti sono state effettuate quasi 15.000 pattuglie, controllate ben 65.000 persone e 52.000 veicoli, rispettivamente 5.000 e 12.000 in più rispetto allo scorso anno. Questo intenso lavoro, svolto sulle nostre difficili ed isolate strade dai Reparti e dalle 22 Stazioni della Provincia, ha portato alla contrazione dell’11% dei reati perseguiti dall’Arma, che però riesce anche ad avere una percentuale del 41% di delitti scoperti rispetto ai denunciati, infatti 850 sono state le persone deferite e 29 quelle arrestate.

E ora a Voi, Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, va il mio autentico ringraziamento per l’impegno e la dedizione che dimostrate pur nelle tante difficoltà che ostacolano il vostro operato, per le preoccupazioni che turbano le vostre famiglie, per i pericoli che incombono su di voi nel diuturno operare per la sicurezza del territorio, dal più semplice e in apparenza banale intervento in grado di nascondere insidie tremende e proditorie, alle notti che spesso, anche in inferiorità numerica, vi vedono protagonisti di temerari e rischiosi inseguimenti sulle strade della provincia contro un nemico sfuggente e spregiudicato. Siate certi e consapevoli che i cittadini guardano a voi con ammirazione e fiducia incondizionate, sentimenti che, se da un lato ci incoraggiano e ci sostengono, dall’altro responsabilizzano ancor più la nostra azione. D’Annunzio diceva “Si spiritus pro nobis, quis contra nos?” – Se lo spirito è con noi, chi potrà andare contro di noi?

Carabinieri! L’Arma ci ha dato molto, ma noi Le abbiamo offerto in cambio i nostri anni migliori, l’attaccamento al dovere, all’onore e al servizio disinteressato verso la Patria. Sono certo che così sarà anche in futuro, con la stessa immutata e consapevole tensione morale per altri secoli a venire e in tal modo le gesta di tutti gli uomini e le donne dagli alamari d’argento resteranno scolpite per l’eternità.

Viva l’Arma dei Carabinieri.

Viva l’Italia.