di Tonino Atella

Considerazioni sulla brevissima ma importante permanenza del Frate dalle Stimmate nell’estremo Molise occidentale

Ricorre in questo periodo il 107.mo anniversario della permanenza di Padre Pio a Venafro, nel cui Convento Francescano stette per un periodo brevissimo, appena 40 giorni -da fine ottobre al 7 dicembre del 1911- ricchi di significati e valori. Detto che il Frate dalle Stimmate, all’epoca 24enne e da un anno sacerdote, non avrà più occasione nel corso della sua vita futura di tornare a Venafro, è opportuno ricordare tale importante presenza per contribuire a fare chiarezza sul periodo del Santo da Pietrelcina nell’estremo Molise occidentale. Padre Pio, date le sue incerte condizioni di salute ed accompagnato dal P. Superiore del Convento di San Giovanni Rotondo, era appena stato a Napoli per essere visitato dal noto dr. Cardarelli, luminare della scienza medica partenopea dell’epoca. Ripreso il faticoso e lungo (si era nel 1911 e non c’erano certo le comodità di oggi) viaggio di ritorno verso la cittadina foggiana, il citato P. Superiore ritenne opportuno fermarsi al Convento di Venafro perché il giovane P. Pio si riprendesse. Cosa che puntualmente avvenne, tanto che P. Pio poté raggiungere per diversi pomeriggi la chiesa di Sant’Antuono nel centro storico di Venafro per confessare quanti lo desideravano in occasione della novena dell’Immacolata. A tanto lo destinò il P. Superiore del Convento di Venafro, su espressa richiesta del Parroco della predetta chiesa. Il 24enne Frate, finché le forze lo sostennero, ben volentieri assolse all’incarico, raggiungendo a piedi Sant’Antuono e provvedendo anche ad intrattenere i fanciulli della parrocchia con giochi e piacevoli canzoncine mariane una volta libero da impegni al confessionale. Minori che col passare dei giorni aumentarono sensibilmente di numero, attratti dalle doti umane e sociali di quel giovane Frate. E sempre a Sant’Antuono P. Pio conobbe e strinse amicizia col sagrestano Eligio, “un sant’uomo” così lo ricordano gli anziani di Venafro. Questi, di pomeriggio, andrà poi spesso ad intrattenersi col Frate allettato nella propria celletta del Convento venafrano, quando il religioso non fu più in grado di raggiungere Sant’Antuono date le sue precarie condizioni fisiche. Tale periodo fu contraddistinto dalle terribili tentazioni e visioni demoniache che assalirono di continuo il Frate, il quale riuscì a respingerle con la preghiera  e l’eucarestia, unico “cibo” che sostenne il religioso. Tra i due quasi coetanei -24 anni P. Pio, 21 anni Eligio- nacque così una intensa e duratura amicizia confermata dai successivi loro scambi epistolari, tanto significativi da entrare a far parte del carteggio ufficiale per la causa di beatificazione e santificazione del Frate da Pietrelcina. Infine, e siamo alla partenza di P. Pio da Venafro per rientrare al Convento di San Giovanni Rotondo, il 7 dicembre del 1911 il Frate dalle Stimmate lasciò definitivamente Venafro (come scritto, non vi farà più ritorno), dopo aver “scritto” nell’estremo Molise occidentale pagine importantissime della propria vita terrena. Cosa resta oggi dei 40 giorni di P. Pio a Venafro nel lontano 1911, cioè 107 anni orsono ? Tantissimo! Innanzitutto Venafro scelto non perché il Frate terminasse la propria vita terrena, ma tutt’altro. Perché si riprendesse e tornasse alla sua missione terrena. E tanto avvenne, in maniera meravigliosa. P. Pio burbero, inavvicinabile? Assolutamente no, ripensando alle decine e decine di fanciulli ambosessi della Parrocchia di Sant’Antuono che riuscì in breve a coinvolgere ed attrarre, evidentemente perché sorretto da doti umane e sociali bellissime. Il rapporto col coetaneo Eligio,sagrestano a Sant’Antuono; altra magnifica dimostrazione del carattere socievole, fraterno ed umano del Frate dalle Stimmate. Quindi l’eucarestia quale unico “cibo” del giovane religioso, allettato nella propria celletta del Convento venafrano. Tale importantissimo aspetto ha indotto diversi studiosi del Santo da Pietrelcina ad accostare i 40 giorni di permanenza di P. Pio a Venafro ai 40 giorni di Gesù nel deserto, col Figlio dell’Uomo cibatosi della sola eucarestia, esattamente come fatto dal Frate delle Stimmate a Venafro. Aspetti rilevanti e fondanti, quindi, questi di Venafro relativamente alla missione terrena del Frate da Pietrelcina, tanto da rivestire un ruolo di assoluto rilievo nel suo cammino pastorale e di fede.

                                                                               T