di Pietro Tonti

Nei prossimi anni avremo un fiume a dividere i due parchi nazionali quello del Matese che giungerà a Monteroduni, come estensione e, attraversando il Volturno, il PNALM (Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise) il quale si estenderà fino a Roccaravindola.

Cosa comporterà questa novità è presto detto. Ci sono nuove norme allo studio del Ministero dell’Ambiente che avvantaggeranno i piccoli e medi imprenditori, se decideranno di investire nei territori ricadenti nei parchi con fiscalità di vantaggio.

Secondo il Ministro dell’ambiente Costa “in Italia si devono creare le Zea, Zone economiche ambientali: sono i parchi,  che producono benefici economici ambientali e culturali, oltre che vantaggi eco-sistemici”. Il ministro dell’Ambiente parla di una norma “pensata e nata nelle stanze del ministero” contemplata dal decreto Clima. Per il ministro “ai cittadini e alle aziende verdi che vivono nei parchi, vogliamo dire che li aiutiamo a preservare quel territorio. E per questa mission possono avere un vantaggio fiscale”. Bene, non sappiamo quali saranno al momento tali vantaggi, ma preferiremmo che la fiscalità nel Molise intero, pressato da spopolamento e desertificazione, non solo per le zone ricadenti nei parchi, non sia solo di vantaggio. Con probabilità matematica, si prevedrà il classico contentino, magari sull’Imu o detrazioni sul cuneo fiscale, o sull’Irpef, detrazioni  non sufficienti per garantire la sussistenza a chi avrà intenzione di aprire un punto vendita o produttivo in queste aree.

Certamente chi ha un’attività nei parchi, in montagna nei comuni scarsamente popolati, oltre a rispettare l’ambiente, offre un servizio essenziale alle comunità che vi insistono; un servizio pubblico che magari il Ministro Costa ignora, con essa la valenza sociale di un’attività in zone aspre e scarsamente abitate. Quella fiscalità di vantaggio, preferiremmo sia traslata in una “no tax” assoluta, almeno per 5 anni, con il solo pagamento dell’Inps per garantire un futuro pensionistico a chi si impegna in attività, offrendo un servizio alla collettività. I bar in questi luoghi sono l’unico punto di aggregazione e gli alimentari, soprattutto agli anziani, garantiscono la possibilità di essere indipendenti nelle loro abitazioni.

Non vorremmo che la fiscalità di vantaggio, sia solo un palliativo inutile, non garante realmente della possibilità di resistere in luoghi scarsamente abitati e  frequentati, con poche centinaia di persone quali potenziali clienti. Misure fiscali che non invertirebbero la rotta alle centinaia di chiusure di attività nei paesi montani  e anche nelle città del Molise registrate ogni anno, per l’impossibilità di sopravvivere  con scarsi volumi di affari e  per debiti contratti con il fisco.